Punta Penna, un quartiere in rivolta

Petizione per denunciare i rifiuti fra la vegetazione incolta e una puzza insopportabile

VASTO. Rifiuti fra la vegetazione incolta che delimita la strada comunale e provinciale, auto e camion che sfrecciano davanti alle case senza rispettare i segnali di stop, cani randagi che aggrediscono motociclisti e ciclisti e spaventano i turisti che cercano un rimedio alla calura raggiungendo la spiaggia. Tutto questo mentre un olezzo insopportabile ammorba ogni sera l'aria rendendola irrespirabile.

Il quartiere di Punta Penna si ribella a tutto questo e annuncia un esposto in Procura. Non è la prima volta che i residenti del villaggio ai piedi del faro chiedono aiuto alla magistratura.  «E' passato un anno da quando abbiamo denunciato per la prima volta l'abbandono del quartiere e i rischi che vivono quotidinamente i residenti. Il nostro appello è stato ignorato. Nessuno degli enti incaricati di tutelare la salute dei cittadini ha mosso un dito. nzi le cose sono peggiorate nel totale disinteresse». Comincia così la lunga lettera indirizzata al sindaco Luciano Lapenna dal comitato dei residenti di Punta Penna, rappresentati da Biagio Santoro.

E' un lettera piena di rabbia, ma anche di amore per un angolo del Vastese tanto bello, ma dimenticato. «Punta Penna non esiste nè per il Comune, nè per la Provincia. La vegetazione cresce indisturbata: siepi e rovi divenuti alberi coprono la segnaletica e ogni giorno qualche pedone (soprattutto i bambini) rischiano di essere investiti. Senza contare i cani randagi che spuntano all'improvviso dagli arbusti».

E' solo grazie ad una sassaiola organizzata da un gruppo di turisti che una coppia di giovani motociclisti giovedì scorso non è stata azzannata da una muta di cani randagi.

«Sono decine i cani nascosti fra la vegetazione incolta. Prima o poi succederà qualcosa», conferma Luigi Rudman, un turista genovese in vacanza a Vasto che ha avuto la disavventura di imbattersi in un branco. Lo scorso week end alcuni cani hanno raggiunto la spiaggia seminando il panico fra i bagnanti. E i problemi a sentire i residenti non finiscono qui. «Quasi ogni sera dobbiamo fare i conti con un fetore che asfssia», denuncia Biagio Santoro. L'odore nauseabono pare arrivi dal depuratare. Possibile non sia possibile trovare un rimedio?».

Lo sgradevole odore viene trasportato sulla scogliera soprattutto quando spira il vento da nord.  «Abbiamo chiesto più volte alla Asl e al Comune di conoscere le cause del cattivo odore. Ma nemmeno questa richiesta ha ottenuto una risposta», si rammaricano i residenti di Punta Penna.  «E pensare», aggiungono, «che questa è un'area archeologica, che custodisce tesori di epoca romana. Riportando in superficie tutti i reperti che giacciono sepolti dalla terra dietro la chiesa di Penna Luce, questo promotorio potrebbe divenire un'importante area museale. Un luogo ricchissimo e pieno di visitatori affacciato sul porto e sulla Riserva di Punta Aderci. E, invece, è stato condannato all'abbandono».

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