Ragazzi gay aggrediti a Lanciano, scatta l’inchiesta. Il sindaco: “Punire i responsabili”

Polizia e carabinieri passeranno al setaccio le immagini delle telecamere della zona di Lancianovecchia e dell’ascensore
LANCIANO. È finita all'attenzione della prefettura di Chieti e delle forze dell'ordine l'aggressione omofoba avvenuta lo scorso fine settimana a Lanciano. L'episodio raccontato dal Centro ha fatto scattare le indagini di carabinieri e polizia, ora alla ricerca delle immagini della videosorveglianza presente nella zona e di eventuali testimonianze, per risalire all'identità dei giovani che hanno insultato e scagliato bottigliette di plastica piene contro due ventenni gay, presi di mira per l'abbigliamento che uno dei due indossava.
L'attacco a sfondo omofobo è avvenuto intorno alla mezzanotte e mezza tra sabato 16 e domenica 17 agosto. Dopo aver trascorso la serata in centro a Lanciano, i due giovani, di 21 e 22 anni, si sono diretti a piedi verso l'ascensore nel quartiere di Lancianovecchia, per raggiungere il sottostante parcheggio di via Per Frisa, dove avevano posteggiato la macchina. Vicino all'impianto c'era un gruppetto di giovani, più o meno coetanei della coppia, con i quali non c'è stato alcun contatto né scambio di sguardi o parole.
Dopo aver preso l'ascensore, però, dall'alto il branco ha iniziato ad inveire contro di loro con epiteti offensivi e volgari e a scagliare, da un'altezza non indifferente, bottigliette di plastica piene di liquido, che ai ragazzi è sembrata essere birra. I due hanno avuto la prontezza di riflessi di fare qualche passo indietro e di ripararsi sotto la pensilina all'uscita dal vano ascensore, evitando così di essere colpiti. La coppia, ancora scossa, si è sfogata con un'amica di Lanciano che, in accordo con loro, ha raccontato l'accaduto in un post sui social diventato in poco tempo virale.
«È un fatto gravissimo, al di là della motivazione, che pure va accertata», è la dura condanna del sindaco Filippo Paolini, «si tratta di un'aggressione a tutti gli effetti, nei confronti di persone sconosciute che passeggiano normalmente per la strada. Mi auguro che i due ragazzi facciano denuncia e che i responsabili vengano individuati e puniti in modo esemplare. Bisogna intervenire subito per spezzare questa catena di violenza gratuita. Non è la città, questo episodio è un caso preciso ed isolato, e con quest'ultima definizione non intendo assolutamente sminuirlo», precisa il primo cittadino
«Quest'anno abbiamo avuto numeri elevati di presenze e turisti, se non fosse una città accogliente avremmo registrato episodi negativi che, invece, non ci sono stati. Bisogna intervenire a muso duro anche se fosse un caso su un milione». Tanti cittadini, sui social, hanno condiviso il post di denuncia per condannare l'aggressione e manifestare solidarietà ai due ragazzi gay. Tra i primi a non voler tacere l'accaduto, la consigliera comunale Rita Aruffo (LancianoxTutti, Europa Verde Frentania).
«È essenziale mantenere la luce accesa su fatti come questo», dice Aruffo, «ma evitando un linguaggio d'odio: bisogna far capire a queste persone che atteggiamenti come questo non restano all'oscuro. Una campagna di condanna, che non sia denigratoria, può essere efficace come le punizioni: se quello che fai finisce sotto i riflettori, ha risalto mediatico, la prossima volta ci pensi due volte a farlo. Purtroppo, ancora oggi, quello che sembra una forma ormai acquisita di integrazione – come vestirsi come ci pare o passeggiare mano nella mano con chi vogliamo - sulla pelle di chi vive altre realtà, nei fatti non lo è. E siccome non capita sotto i nostri occhi», sottolinea la consigliera comunale, «come adulti dobbiamo essere pronti a condannare e solidarizzare in modo unanime, anche con una denuncia social. Non ci deve essere equivoco. Non si tratta tanto di educazione sessuale, i giovani devono essere educati all'affettività e al rispetto».
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