Randall Paul: così Chieti  diventa la mia Hollywood  

Un colpo di fulmine per la moglie Celeste ha portato l’artista a stabilirsi in città «L’Abruzzo è uno spettacolare set cinematografico, anche se poco conosciuto»  

CHIETI. «Qui ho trovato l’America». Un bella risata davanti a un buon bicchiere di Montepulciano, straripante simpatia disegnata su una faccia d’attore, fisico da cow boy, a Randall Paul, apprezzato interprete di film come “Quattro matrimoni e un funerale” con Hugh Grant , “Mission Impossible” e “Eyes Wide Shut” di Kubrick, non sembra affatto strano l’aver lasciato il mitico mondo di Hollywood e, dopo diversi anni trascorsi a Londra e in Nuova Zelanda, aver scelto l’Abruzzo come quartier generale. Raccontando la storia dall’inizio, però, la decisione affonda su motivazioni concrete.
COLPO DI FULMINE. Si parte dall’incontro a Miglianico, alcuni anni fa, in compagnia dell’attore abruzzese Michael Reale, con la moglie Celeste Di Febo. Colpo di fulmine. Come nei film, appunto. «Cercavo casa in Italia, arrivai da queste parti e non ebbi dubbi. Mare, monti, borghi, vicoli, piazzette e panorami mozzafiato. Mi trovavo all’interno di un set fantastico da mettere a disposizione di produzioni estere. Sia per il cinema, sia per la realizzazione di spot pubblicitari». Poi, gli occhi di Celeste. Che meritano successive telefonate. Tante telefonate. E non c’è fuso orario che tenga. «Da aggiungere a migliaia di messaggi in otto mesi», sottolinea sorridendo l’interessata. «Da buona donna abruzzese, comunque, non per sfiducia, ma per “verificare la situazione”, decisi anche di andarlo a trovare negli Stati Uniti».Tutto ok. Anche se nei film, spesso, non è così. «Ho visto foto di Randall da giovane che lui non ama nemmeno mostrare. Bellissimo. E forse, dal momento che la figura dell’attore bello o del principe azzurro non l’avevo mai idealizzata, faticavo anche a immaginare quello che stava accadendo. Ho frequentato il liceo scientifico Masci, poi la laurea in lingue, qualche anno da insegnante di qua e di là e un lavoro nel marketing di un’azienda della zona. Tutto abbastanza tranquillo, fino all’incontro con Randall e la decisione di sposarci dopo un fantastico viaggio di nozze in camper. Sì, prima il viaggio, poi le nozze».
A SCUOLA DI CINEMA. Ancora una svolta. L’idea di mettere assieme una casa di produzione cinematografica, la FASA, ovvero Film Actors Studio Abruzzo, con sede a Chieti in via Vicentini, finalizzata alla crescita di giovani attori e alla divulgazione delle potenzialità della nostra regione. Si può fare. Si fa. Nostalgia di Hollywood? «No, non avendo mai puntato al successo e alla notorietà», continua con estremo rigore Randall. «Amo il mio lavoro e so che va svolto con professionalità, come ripeto sempre ai miei allievi sin dai tempi dell’Actors Studios che aprii a Portland. Non è un gioco. Bisogna studiare. E anche parecchio». Già realizzati alcuni lavori, ora si punta a un film dal titolo “The Beautiful Boy”, storia di un ragazzino vittima di bullismo e di altri abusi, di un disagio adolescenziale e di una passione comunicata attraverso la musica che finirà per salvare il giovane protagonista. Il cinema italiano? «Ho sempre apprezzato quello degli anni Cinquanta e le opere di Sergio Leone. Tra gli attori del momento mi piace parecchio Riccardo Scamarcio, protagonista di “La verità sta in cielo” del quale sono stato tra gli interpreti con la regia di Roberto Faenza».
LE MAGIE DELL’ABRUZZO. Due anni fa nel cast di “SFashion” di Capece e di “Black Butterfly”, con Antonio Banderas, Randall è comunque tornato spesso e volentieri a Chieti per curare ogni dettaglio nell’allestimento dei locali della FASA. «Dove le lezioni sono rivolte a gruppi di non oltre dieci allievi», riprende Celeste, «che seguiamo anche nei rapporti con le varie agenzie. In ogni caso, in questi spazi organizziamo diversi eventi sperando possa diventare un polo di aggregazione culturale». Intanto, lo sguardo di Randall si allunga di nuovo lungo il centro storico. «Bellissimo. Ma è l’intero Abruzzo che racchiude, in pochi chilometri, splendide combinazioni di elementi. Questa città, poi, con i suoi angoli, i palazzi, i resti archeologici e tanti “mattoncini”, è una miniera di sensazioni. Penso sempre a quanto potrebbe risparmiare una produzione nel girare in queste zone, senza andare a finire chissà dove. Se finora non è stato fatto è solo perché nessuno conosce questa realtà».
FETTUCCINE AL RAGÙ. Una realtà dove anche la qualità della vita ha impressionato non poco lo splendido sessantenne Randall Paul. «Mio padre era un regista e ho vissuto sempre nell’ambiente del cinema. Girando il mondo e trascurando tante cose, senza mai pensare di fermarmi. Perché per fare questo mestiere occorre talento ma, anche e soprattutto, tanta applicazione». E ti mostra, con l’orgoglio di un insegnante che ama, al di sopra di tutto, il proprio lavoro, le immagini di un cortometraggio girato con gli allievi poco distante dalla scuola dove intanto, tra luci diffuse, parte l’avvolgente suono di un sassofono e trova spazio, sui titoli di coda, un elogio solenne della cucina abruzzese. Non si sa dove cominciare. «Fettuccine all’uovo fatte in casa, con il ragù», anticipa Celeste la magari scontata domanda relativa al piatto preferito. L’espressione di Randall conferma, una calibrata pausa e una riflessione, compiaciuta quanto spontanea, sull’ultimo sorso di vino: «Sembra di essere sempre in vacanza». E, da persona generosa, lo vuol far sapere a tutti.
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