Riassunto operaio Cobas licenziato

2 Marzo 2014

Allontanato con 5 colleghi. Il giudice: «Provvedimento arbitrario»

GISSI. Il licenziamento è avvenuto in modo arbitrario, prima di valutare se fossero possibili soluzioni alterative e l’azienda non ha chiarito i criteri di scelta. Il lavoratore deve essere reintegrato e risarcito. A sette mesi dal licenziamento il giudice del lavoro del tribunale di Vasto, Caterina Salusti, ha accolto il ricorso presentato da S.R., 50 anni, di Vasto, licenziato il 19 giugno 2013 dalla Arkema di Gissi insieme ad altri cinque colleghi iscritti ai Cobas. Il magistrato ha dichiarato illegittimo il provvedimento.

Grande la soddisfazione del legale che ha assistito l’operaio, l’avvocato Carmine Di Risio. «Nell’ordinanza dopo aver ricostruito la vicenda viene evidenziato il profilo discriminatorio», sottolinea l’avvocato Di Risio.

S.R. ha cominciato a lavorare alla Arkema, multinazionale statunitense che produce resine, 18 anni fa. A giugno 2013 la società ha iniziato a parlare di crisi palesando la riduzione del personale a causa del calo delle vendite. Sei gli operai finiti nella lista degli esuberi, tutti iscritti ai Cobas. Fra loro anche S.R.. Il lavoratore ha chiesto aiuto all’avvocato Di Risio. «A ottobre ho presentato il ricorso con il rito Fornero che accorcia sensibilmente i tempi della giustizia», spiega il legale. Due le violazioni rimarcate. «La scelta arbitraria delle persone da licenziare e la non applicazione dei criteri indicati dalla legge 223/91 per individuare i lavoratori da mettere i mobilità: anzianità di servizio, carichi di famiglia, esigenze produttive», sottolinea Di Risio. «Oltretutto il giudice ha rimarcato il fatto che a essere licenziati siano stati tutti i lavoratori della stessa sigla sindacale e l’azienda non è stata in grado di fornire giustificazioni», spiega Di Risio.

S.R. dovrà anche essere risarcito e riscuotere tutti gli stipendi arretrati dallo scorso mese di giugno. L’azienda dovrà inoltre accollarsi le spese legali. (p.c.)

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