Riconversione Golden Lady Al vaglio quattro proposte

Incontro a Roma tra funzionari dello Sviluppo economico e delegazione vastese Massima prudenza dopo il flop Silda e New Trade. Nuovo vertice a novembre

GISSI. Sono quattro le aziende interessate a rilevare la ex Golden Lady di Gissi. La notizia è stata data alla delegazione di politici e sindacalisti del Vastese ricevuta ieri mattina a Roma nella sede del ministero dello Sviluppo economico dagli stessi funzionari. Poche le informazioni fornite. Le vicissitudini che hanno accompagnato la precedente riconversione spingono il ministero a percorrere la strada della riservatezza e della prudenza per non creare nuove illusioni.

Stando ad indiscrezioni un’azienda interessata a rilevate una parte dell’ex calzificio si occupa della lavorazione della pelle. Stesso interesse è stato manifestato da una tintoria. L’iter delle procedure sarebbe in fase avanzata, al punto che la riunione è stata aggiornata ai primi di novembre per valutare gli sviluppi e prendere atto delle conclusioni.

All’incontro romano chiesto dall’assessore regionale Giovanni Lolli ha partecipato anche il sindaco di Gissi, l’avvocato Agostino Chieffo che in veste di legale della Cisl insieme ai colleghi Carmine Di Risio e Michele Sonnini un anno fa seguì le vicissitudini delle lavoratrici con la Silda, una delle aziende che aveva rilevato la ex Golden Lady insieme alla New Trade. A gennaio 2014 il giudice del tribunale di Vasto, Elio Bongrazio, ha dichiarato il fallimento della Silda. Due mesi fa, invece, il tribunale di Prato ha dichiarato il fallimento della New Trade, invitata a depositare i bilanci e le scritture contabili obbligatorie, nonchè l’elenco dei creditori. Il 13 novembre 2014 è la data fissata per l’esame dello stato passivo dell’azienda che sarà valutato dal giudice Legnaioli. Gli avvocati Nicola Raducci, Sergio La Penna, Antonio Ottaviano, Licia Ottaviano, Gaetano Litterio e Sida Pelillo, legali dei lavoratori del Vastese licenziati dalla New Trade, hanno annunciato che provvederanno nei termini di legge a predisporre e depositare le istanze di insinuazione nel passivo per recuperare le somme che spettano alle maestranze.

Il programma di riconversione varato nel 2012 prevedeva la riassunzione di 115 dei 382 lavoratori dell’industria di calze. Nel giugno 2013 i lavoratori impiegati da New Trade erano 4. «Bastano questi numeri per raccontare il fallimento dell’operazione», commentano amaramente gli operai. La prudenza quindi questa volta è davvero d'obbligo.

Paola Calvano

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