Riforma Nordio, parla la pensionata di Chieti derubata: «Io, vittima dei ladri scappati: mi sento tradita dallo Stato»

8 Novembre 2025

Il racconto dell’84enne: «L’episodio mi ha segnata, da allora non vado più in giro con serenità. I malviventi mi hanno sorpresa nel parcheggio del supermercato mentre mettevo la spesa in auto»

CHIETI. «Questa legge non tutela le vittime. Mi sento tradita dal mio Stato, lo stesso per cui ho lavorato per anni». Con tanta amarezza nel cuore, accetta di parlare con il Centro l’anziana di Chieti, 84 anni, derubata da tre borseggiatori peruviani che, dopo la richiesta d’arresto nei loro confronti, si sono dati alla fuga e non si sono neppure presentati all’interrogatorio preventivo introdotto dalla legge voluta dal ministro Carlo Nordio. Una volta conosciute le accuse a proprio carico, e compreso il rischio di finire in cella, gli indagati per «furto pluriaggravato» e «indebito utilizzo di strumenti di pagamento» hanno deciso di restare ben alla larga dal palazzo di giustizia di piazza San Giustino, dove avrebbero potuto fornire la loro versione dei fatti davanti al giudice per le indagini preliminari. E ora, nelle parole della vittima, ex funzionaria di un ente pubblico in Abruzzo, c’è tutta l’amarezza di chi si sente fortemente tradito da una norma che ha scatenato polemiche a non finire e continua tuttora a infiammare il dibattito politico.

Signora, è a conoscenza del fatto che i tre borseggiatori, identificati dalla polizia e per il quale la procura ha chiesto il carcere, sono uccel di bosco?

«No, l’ho letto sul giornale».

La sua reazione?

«Mi sono subito chiesta: ma come diamine è possibile che possa accadere una roba simile?».

Eppure è così. Una nuova legge nazionale prevede il cosiddetto “avviso d’arresto”.

«Scherziamo? Una cosa del genere non è corretta. Lo Stato avrebbe dovuto evitare che questo accadesse: a me non ha tutelato per niente. Perché a me i soldi, guadagnati dopo una vita di duro lavoro, non li ridà nessuno e, soprattutto, ho ancora paura ad andare in giro. Da quel giorno, non vado più per strada in modo tranquillo e sereno».

Come è cambiata la sua vita?

«Ho sempre il terrore che qualcuno possa derubarmi o possa portarmi via la borsa. Devo fare un controllo continuo su me stessa. Si rende conto?».

La capisco. Torniamo allo scorso 13 agosto, quando è andata a fare la spesa in un supermercato di via Picena, a Chieti. Racconti...

«Quando sono uscita dal negozio, sono tornata verso la macchina. Non mi sono accorta di niente, ma poi dalle telecamere è emerso che qualcuno mi stava seguendo».

Sì, tre persone l’hanno tallonata fino al parcheggio, scambiandosi informazioni tra loro attraverso gli auricolari.

«Quel che è certo è che hanno approfittato del fatto che stavo mettendo la spesa in macchina. Io ho poggiato la borsa sul carrello. Avevo quasi terminato, quando una donna si è avvicinata, come per prendermi il carrello. Io le ho detto che stavo ancora finendo di sistemare la spesa. A quel punto lei si è allontanata. Ma, subito dopo, mi sono accorta che la mia borsa, con all’interno soldi, effetti personali e carte di credito, era stata rubata da quella donna».

Nessuno si è accorto di ciò che le era accaduto in quegli istanti?

«Dopo il furto, un camionista mi ha detto che aveva visto la scena. Alla mia domanda sul perché del suo mancato intervento, mi ha risposto che pensava che quella donna fosse mia sorella o mia figlia. Insomma: non aveva avuto la minima idea che, invece, quella donna potesse essere una ladra. Fatto sta che la borseggiatrice e i complici sono fuggiti con la macchina guidata da una quarta persona».

Il danno non si è limitato al furto della borsa e del denaro e del cellulare contenuti all’interno, perché i ladri hanno utilizzato la carta di credito per prelevare altri 700 euro. Senza considerare il tentativo di fare la spesa (fortunatamente non andato a buon fine) in un supermercato di Pratola Peligna.

«Al di là del danno economico, questo episodio mi ha segnata profondamente. Ho quasi 85 anni, non sono più una giovincella».

Le era mai accaduto un fatto simile?

«No, nulla di tutto ciò. Sono stata sempre attenta a tutto, ai miei spostamenti e dove poggiavo le mie cose. Evidentemente, doveva andare così. Ora ho timore che mi possa succedere di nuovo una cosa simile».

Nelle sue parole c’è tanta amarezza.

«Ovvio. L’amarezza per il fatto che i ladri siano in fuga è ancora più forte se penso all’ottimo lavoro della polizia che li ha identificati».

Se potesse parlare con il ministro?

«Lo inviterei a cambiare questa norma. Una questione di civiltà».