Rischio frane in città: ecco le nove “zone rosse”

Il Comune presenta alla Regione il piano degli interventi non più rinviabili Solo per mettere in sicurezza i fronti degli smottamenti ci vorrebbero 4 milioni
LANCIANO. Nove zone rosse, ad altissimo rischio idrogeologico e con smottamenti in corso, che hanno bisogno di lavori di messa in sicurezza immediati di almeno 4 milioni di euro. Sono le aree evidenziate in un dossier consegnato alla Regione dal Comune di Lanciano nei giorni scorsi. Una relazione dettagliata sulle aree dove sono in corso smottamenti che servirà al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, commissario straordinario per le opere di difesa del suolo, per aggiornare l’elenco delle zone a forte rischio da sottoporre al governo centrale per avere i finanziamenti.
«Finora Lanciano è rimasta fuori da ogni finanziamento», commenta l’assessore ai lavori pubblici Antonio Di Naccio, «nonostante il 5 % del territorio comunale sia a rischio frane, abbiamo zone con smottamenti in corso e abitazioni a rischio, aree storiche come Torri Montanare e San Biagio a pezzi che attendono fondi da 5 anni. Poi, la situazione con le piogge degli ultimi giorni è anche peggiorata, sia nelle zone dove i lavori sono ancora in corso come Santa Giusta, e sia in quelle nuove come la parte bassa della contrada dove tre abitazioni sono monitorate perché i terreni su cui poggiano scivolano, e la zona di piazza Garibaldi».
Nel dossier consegnato alla Regione gli interventi chiesti sono in primis per Santa Giusta, sia per la parte a monte dove i lavori della Provincia non sono stati ancora chiusi dopo 10 anni, e sia per la parte a valle dove si è aperto un nuovo fronte frane. Altri due interventi riguardano Colle Erminio, dai Bastioni, porta San Biagio fino a via Agorai e piazza Garibaldi dove si sono aperte “ferite” e ci sono stati scollamenti di terreno dopo le alluvioni del novembre-dicembre scorso. E ancora zona San Rocco e Sant’Egidio, le Torri Montanare e l’area che dalle torri va verso la via per Orsogna con la strada che è a brandelli. Sono state inserite anche la zona di via Bergamo, tra la strada e la ferrovia, e le contrade di Sant’Amato, Nasuti, Santa Maria dei Mesi.
«È una mappatura precisa», sottolinea l’assessore Di Naccio, «anche se la situazione è in divenire purtroppo con nuovi fronti che si aprono e va aggiornata. Come dimostrano i fronti aperti sotto Santa Giusta o i problemi che si sono creati in aree piccole come ad esempio via Piave. L’area attorno il ponte è stata transennata, c’è una crepa enorme formata dalle infiltrazioni d’acqua che scendono dal ponte e finiscono nel terrapieno che si sta staccando. Servono migliaia di euro per intervenire, soldi che non ci sono. È questo, purtroppo, l’altro problema per il quale chiediamo pazienza ai cittadini: ci sono tante zone in cui intervenire e pochissime risorse».
Da qui la speranza che fondi arrivino dalla Regione che magari potrebbe già sbloccare quei fondi Fas della cultura che dovevano essere destinati al consolidamento delle Torri Montanare, dove le crepe si allargano, e di Porta San Biagio, l’unica rimasta ancora in piedi delle nove porte che cingevano la città.
Teresa Di Rocco
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