"Sì al Parco della costa", la Chiesa si schiera con gli ambientalisti

Appello della Conferenza episcopale per il via libera. Don Miccoli: "Fermiamo la devastazione dell'Abruzzo"

FOSSACESIA. «Fermiamo la devastazione ambientale che si sta verificando in Abruzzo». Anche la Chiesa si schiera a favore del Parco della costa teatina e degli ambientalisti. Dopo la presa di posizione contro il Centro oli di Ortona, la Conferenza episcopale abruzzese e molisana (Ceam) fa appello agli amministratori locali e regionali «affinché si completi il prima possibile l'istituzione del Parco nazionale della Costa teatina e si abbia il coraggio di scelte forti e lungimiranti per la vita piena del nostro Abruzzo migliore».

Non ha dubbi don Carmine Miccoli, coordinatore regionale dell'ufficio di pastorale sociale della Ceam: «Il Parco della Costa teatina è uno dei pochissimi argini verso le gravi situazioni di devastazione ambientale che si stanno verificando in Abruzzo». Il suo appello è diretto proprio agli amministratori e a chi, come nel caso di un recente dibattito regionale a San Vito, «propugna una visione distorta della realtà, lontana dall'attenzione al bene comune».

Non è la prima volta che la Ceam si schiera al fianco degli ambientalisti. I vescovi abruzzesi e molisani già nel 2008 espressero la volontà di «una nuova sobrietà per abitare la Terra» nel loro messaggio per la Giornata della salvaguardia del creato».

In quella lettera la preoccupazione dei prelati era per lo più rivolta alla costruzione del Centro oli di Ortona. «E' a rischio una delle zone più belle della nostra costa - si leggeva nel monito - dove la produzione enogastronomica è a livelli di eccellenza. Si tratta per di più di tecnologie considerate da tanti studiosi ormai obsolete e che diversi paesi hanno già abbandonato».

«Oggi quel rischio è ancora più grave - interviene ancora don Miccoli - oltre il 50% dell'intero territorio abruzzese è interessato da richieste di concessioni e progetti di trivellazione e trasformazione di idrocarburi. Diventa sempre più urgente che chiunque abbia a cuore il bene comune intervenga e faccia sentire forte il proprio grido contro questa minaccia». Per l'esponente Ceam il Parco non rappresentebbe in alcun modo la morte dell'agricoltura, «al contrario, esso significherà un'importantissima occasione di rilancio sia dell'agricoltura che del tessuto economico sociale».

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