Sabino, cominciano le autopsie «Di Nella non doveva essere lì»
Domani i funerali del 62enne a Lanciano, l’avvocato dei familiari: non stava lavorando sulla granata Il consigliere Marcovecchio: «Tavolo tra istituzioni, società e sindacati per il futuro dei dipendenti»
CASALBORDINO. L’apertura di un tavolo di crisi che coinvolga la Sabino Esplodenti, sindacati e istituzioni. A chiederlo è il consigliere regionale di Forza Italia Manuele Marcovecchio. La necessità di garantire un futuro ai 70 dipendenti scuote la politica, mentre all’ospedale di Chieti sono cominciati gli esami autoptici sui corpi dei tre operai della Sabino Esplodenti morti il 13 settembre a seguito dell’esplosione di una granata.
LE AUTOPSIE
Il medico legale Pietro Falco e la genetista Rossella Ferrante hanno analizzato ieri il corpo di Fernando di Nella, 62 anni di Lanciano. I funerali del 62enne si terranno domani alle 16 nella chiesa dello Spirito Santo, nel quartiere Santa Rita a Lanciano. Le condizioni del corpo di Giulio Romano, 56 anni di Casalbordino, hanno reso impossibile l’identificazione. Non è stato possibile identificare i resti di Romano, peraltro ricoperti dal materiale sollevato dall'esplosione e i periti dovranno ricorrere ai test genetici. Oggi verrà eseguita l’autopsia sul corpo di Gianluca De Santis, 44 anni di Palata, in Molise. Le indagini sono condotte dai carabinieri.
LE PARTI CIVILI
Chiedono giustizia per le famiglie delle vittime gli avvocati Antonello Cerella, Michele Di Toro, Bernardino Mucci, Alessandra D’Aurizio e Giovanni Santo. I legali attendono i risultato dell’autopsia per meglio comprendere la dinamica. «Di sicuro Fernando Di Nella non si stava occupando della granata», dice l’avvocato dei suoi familiari, Di Toro, «si trovava nella zona in qualità di caposquadra. Questo rende ancora più amaro quello che è accaduto. Dopo 35 anni di lavoro era esperto. Assurdo quello che è accaduto. Attendiamo gli esiti delle perizie». Preferisce non pronunciarsi per il momento l’avvocato Mucci che assiste la famiglia di De Santis. L’avvocato Cerella, legale dei familiari di Romano, ribadisce che una maggiore prevenzione avrebbe potuto evitare la nuova strage.
IL FUTURO DEI DIPENDENTI
Assicurare un futuro lavorativo, senza più rischi ai dipendenti della Sabino Esplodenti è quanto chiede Marcovecchio: «Credo», afferma il consigliere regionale, «che sia necessario aprire un tavolo di crisi coinvolgendo la società, le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Non è facile trovare una soluzione ma i lavoratori non vanno e non devono essere lasciati soli. Io sarò a disposizione del territorio per fare la mia parte insieme alla Regione».
LA CONDANNA DEL PSI
La federazione provinciale di Chieti del Psi non accetta l’ennesima strage. «La nostra legislazione in materia», annota il Psi, «è una delle più avanzate del mondo sviluppato e, se applicata in ogni sua parte, non permette che fatti del genere avvengano. Un altro fatto inoppugnabile intorno alle vicende delle cosiddette “morti bianche” è che se tutte le parti in causa svolgessero il proprio compito con la dovuta professionalità, se non ci si lasciasse condizionare e influenzare da logiche che nulla hanno a che fare con i ruoli che ognuno si trova a svolgere nella società, questi fatti non accadrebbero. La sicurezza deve diventare un patrimonio sociale e culturale dell’intera comunità nazionale. Noi socialisti non accettiamo l’idea di chi, non rispondendo alla domanda su cosa si pensa del futuro di questo sito, lasci chiaramente intendere che questa fabbrica va chiusa. Vogliamo far riflettere che questo modo di ragionare sarebbe una doppia sconfitta».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LE AUTOPSIE
Il medico legale Pietro Falco e la genetista Rossella Ferrante hanno analizzato ieri il corpo di Fernando di Nella, 62 anni di Lanciano. I funerali del 62enne si terranno domani alle 16 nella chiesa dello Spirito Santo, nel quartiere Santa Rita a Lanciano. Le condizioni del corpo di Giulio Romano, 56 anni di Casalbordino, hanno reso impossibile l’identificazione. Non è stato possibile identificare i resti di Romano, peraltro ricoperti dal materiale sollevato dall'esplosione e i periti dovranno ricorrere ai test genetici. Oggi verrà eseguita l’autopsia sul corpo di Gianluca De Santis, 44 anni di Palata, in Molise. Le indagini sono condotte dai carabinieri.
LE PARTI CIVILI
Chiedono giustizia per le famiglie delle vittime gli avvocati Antonello Cerella, Michele Di Toro, Bernardino Mucci, Alessandra D’Aurizio e Giovanni Santo. I legali attendono i risultato dell’autopsia per meglio comprendere la dinamica. «Di sicuro Fernando Di Nella non si stava occupando della granata», dice l’avvocato dei suoi familiari, Di Toro, «si trovava nella zona in qualità di caposquadra. Questo rende ancora più amaro quello che è accaduto. Dopo 35 anni di lavoro era esperto. Assurdo quello che è accaduto. Attendiamo gli esiti delle perizie». Preferisce non pronunciarsi per il momento l’avvocato Mucci che assiste la famiglia di De Santis. L’avvocato Cerella, legale dei familiari di Romano, ribadisce che una maggiore prevenzione avrebbe potuto evitare la nuova strage.
IL FUTURO DEI DIPENDENTI
Assicurare un futuro lavorativo, senza più rischi ai dipendenti della Sabino Esplodenti è quanto chiede Marcovecchio: «Credo», afferma il consigliere regionale, «che sia necessario aprire un tavolo di crisi coinvolgendo la società, le istituzioni e le organizzazioni sindacali. Non è facile trovare una soluzione ma i lavoratori non vanno e non devono essere lasciati soli. Io sarò a disposizione del territorio per fare la mia parte insieme alla Regione».
LA CONDANNA DEL PSI
La federazione provinciale di Chieti del Psi non accetta l’ennesima strage. «La nostra legislazione in materia», annota il Psi, «è una delle più avanzate del mondo sviluppato e, se applicata in ogni sua parte, non permette che fatti del genere avvengano. Un altro fatto inoppugnabile intorno alle vicende delle cosiddette “morti bianche” è che se tutte le parti in causa svolgessero il proprio compito con la dovuta professionalità, se non ci si lasciasse condizionare e influenzare da logiche che nulla hanno a che fare con i ruoli che ognuno si trova a svolgere nella società, questi fatti non accadrebbero. La sicurezza deve diventare un patrimonio sociale e culturale dell’intera comunità nazionale. Noi socialisti non accettiamo l’idea di chi, non rispondendo alla domanda su cosa si pensa del futuro di questo sito, lasci chiaramente intendere che questa fabbrica va chiusa. Vogliamo far riflettere che questo modo di ragionare sarebbe una doppia sconfitta».
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