Samputensili, il ministero concede altri 2 anni di cassa integrazione

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ORTONA. Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha concesso altri due anni di ammortizzatori sociali ai lavoratori della azienda metalmeccanica Samputensili. Si tratta della cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale e cessazione attività che partirà il 12 dicembre per i 53 dipendenti rimasti sui 140 iniziali.

E' quanto prevede l'ultimo accordo sindacale siglato recentemente a Roma tra le parti: funzionario del governo, rappresentante dell'azienda, Confindustria Chieti, sindacati e rsu interne.

L'esito dell'importante incontro è stato riportato lunedì scorso nell'assemblea sindacale con i lavoratori in azienda.

«Il ministero», spiega il sindacalista Alessandro Seccia, «ci ha concesso altri due anni di ammortizzatori sociali nel momento in cui sta scadendo la cassa integrazione in deroga. Non è stato un successo scontato, ma il frutto di un percorso condiviso anche dalla proprietà, il gruppo Maccaferri di Bologna, che non ci ha mai abbandonato totalmente nonostante la difficilissima situazione in cui si sono trovati i dipendenti».

«Due anni ancora di respiro» aggiunge «aspettando che si smuovi qualcosa in questo territorio che sembra non avere molte possibilità in termini di nuovi insediamenti produttivi e creazione di nuovi posti di lavoro».

La produzione si è fermata a dicembre dello scorso anno e da allora i cancelli della Samputensili in contrada Alboreto sono rimasti chiusi.

La città ha preso quasi definitivamente uno stabilimento storico, rinnovato solo pochi anni fa, con tanto di pannelli solari sul tetto, ma letteralmente svuotato già da tempo di tutti i macchinari che servivano per costruire ingranaggi e utensili di altissima precisione.

«Rimane il rammarico», conclude Seccia, «della poca vicinanza concreta dell'amministrazione comunale ai lavoratori e alle loro famiglie e anche le istituzioni sovraordinate hanno fatto ben poco per risolvere questo problema».

I dipendenti hanno chiesto al Comune delle piccole agevolazioni per andare avanti. Istanza rimasta, purtroppo, disattesa. C'è stato anche un ordine del giorno del Partito democratico votato all'unanimità che l'amministrazione non ha dato seguito.

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