Samputensili, pronti tre acquirenti

I vertici dell'azienda: presto chiuse le trattative per il passaggio di proprietà
ORTONA. Nel panorama della crisi produttiva e lavorativa ortonese, si è quasi conclusa la partita della Samputensili, del gruppo Maccaferri di Bologna, mentre si è aperta quella di Iniziative Industriali del gruppo Cosmi di Ravenna.
In un incontro nella sede di Confindustria a Chieti, i vertici aziendali della Samp hanno comunicato alle rappresentazione sindacali di chiudere a strettissimo giro le trattative in corso con i nuovi imprenditori candidati a subentrare, in tempi brevi, alla proprietà per avviare un processo di riconversione che vedrà il rimpiego dei 61 dipendenti rimasti in azienda sui 140 di alcuni mesi fa.
Si è trattata di una drastica riduzione di personale e di chiusura di reparti dello stabilimento metalmeccanico altamente specializzato di Contrada Alboreto, attuata attraverso il piano industriale al quale si sono opposti per mesi i dipendenti, le rappresentanze, con un lungo picchetto, scioperi, azioni dimostrative in città e tavoli di concertazione che hanno fruttato un accordo tra la proprietà e i sindacati e maestranze, firmato al Ministero.
Un documento per salvare il salvabile e per evitare la chiusura definitiva di un insediamento presente sul territorio da 40 anni e che fino a poco tempo non aveva conosciuto crisi. Ed ora, giunti all'epilogo della vertenza, i sindacati riferiscono che ci sono, attualmente, tre aziende che potrebbero intraprendere la nuova produzione nei vecchi capannoni della fabbrica. Tutte e tre sono italiane di cui due lavorano già nel settore metalmeccanico, mentre la terza si occupa di altro.
Nello specifico, il Gruppo ha già preso contatti diretti con due delle 3 candidate: una piccola realtà locale e una realtà molto più grande di fuori (Centro- Italia) interessata ad avere uno sbocco sull'Adriatico e, quindi, a trovare un'adeguata collocazione su questo tratto di Costa.
Con la terza candidata non si sono ancora avuti contatti, ma potrebbero esserci a breve. «Tra i 61 dipendenti presenti, attualmente, in azienda, ce ne sono 12 pensionabili, mentre i restanti 49 sono suddivisi in quelli che partecipano direttamente al ciclo produttivo, in tutto 28, e quelli che non vi partecipano direttamente, in tutto 21 (come ad esempio, impiegati e magazzinieri)», spiega Alessandro Seccia, l'unico rappresentante rimasto della Rsu interna, «temiamo fortemente, soprattutto, per le sorti del personale indiretto perché l'imprenditore che subentrerà alla Samputensili sceglierà, le professionalità più adatte all'attività che intende avviare e quindi, secondo noi, più vicine alla realizzazione effettiva di prodotti.
Ma ci siamo posti anche la questione di coloro che sono negli uffici e volontariamente intendono cambiare mansione per lavorare». In questi mesi, sono stati molti i dipendenti che hanno optato per la conciliazione. C'è chi ha lasciato l'azienda per delle sistemazioni ritenute più favorevoli alla precedente, mentre pochi si sono trasferiti allo stabilimento del gruppo a Bentivoglio in provincia di Bologna. Grande difficoltà da circa 2 anni anche per Iniziative Industriali di Contrada Sant'Elena perché le commesse calano.
I sindacati che hanno proclamato otto ore di sciopero più presidio nella giornata di domani per convincere l'azienda a presentare «un vero piano industriale per i 116 dipendenti». Il piano di ristrutturazione aziendale presentato dalla proprietà 15 giorni fa prevede il trasferimento di 23 dipendenti verso le sedi di Ravenna (7 unità) e Viggiano (16 unità) dove opera l'Eni da cui da sempre ottiene oltre l'80% delle commesse. Le rappresentanza non contestano il trasferimento di personale previsto dalla legge, ma chiedono di discutere sulla parte economica e che venga assicurato il lavoro a tutti i dipendenti.
In un incontro nella sede di Confindustria a Chieti, i vertici aziendali della Samp hanno comunicato alle rappresentazione sindacali di chiudere a strettissimo giro le trattative in corso con i nuovi imprenditori candidati a subentrare, in tempi brevi, alla proprietà per avviare un processo di riconversione che vedrà il rimpiego dei 61 dipendenti rimasti in azienda sui 140 di alcuni mesi fa.
Si è trattata di una drastica riduzione di personale e di chiusura di reparti dello stabilimento metalmeccanico altamente specializzato di Contrada Alboreto, attuata attraverso il piano industriale al quale si sono opposti per mesi i dipendenti, le rappresentanze, con un lungo picchetto, scioperi, azioni dimostrative in città e tavoli di concertazione che hanno fruttato un accordo tra la proprietà e i sindacati e maestranze, firmato al Ministero.
Un documento per salvare il salvabile e per evitare la chiusura definitiva di un insediamento presente sul territorio da 40 anni e che fino a poco tempo non aveva conosciuto crisi. Ed ora, giunti all'epilogo della vertenza, i sindacati riferiscono che ci sono, attualmente, tre aziende che potrebbero intraprendere la nuova produzione nei vecchi capannoni della fabbrica. Tutte e tre sono italiane di cui due lavorano già nel settore metalmeccanico, mentre la terza si occupa di altro.
Nello specifico, il Gruppo ha già preso contatti diretti con due delle 3 candidate: una piccola realtà locale e una realtà molto più grande di fuori (Centro- Italia) interessata ad avere uno sbocco sull'Adriatico e, quindi, a trovare un'adeguata collocazione su questo tratto di Costa.
Con la terza candidata non si sono ancora avuti contatti, ma potrebbero esserci a breve. «Tra i 61 dipendenti presenti, attualmente, in azienda, ce ne sono 12 pensionabili, mentre i restanti 49 sono suddivisi in quelli che partecipano direttamente al ciclo produttivo, in tutto 28, e quelli che non vi partecipano direttamente, in tutto 21 (come ad esempio, impiegati e magazzinieri)», spiega Alessandro Seccia, l'unico rappresentante rimasto della Rsu interna, «temiamo fortemente, soprattutto, per le sorti del personale indiretto perché l'imprenditore che subentrerà alla Samputensili sceglierà, le professionalità più adatte all'attività che intende avviare e quindi, secondo noi, più vicine alla realizzazione effettiva di prodotti.
Ma ci siamo posti anche la questione di coloro che sono negli uffici e volontariamente intendono cambiare mansione per lavorare». In questi mesi, sono stati molti i dipendenti che hanno optato per la conciliazione. C'è chi ha lasciato l'azienda per delle sistemazioni ritenute più favorevoli alla precedente, mentre pochi si sono trasferiti allo stabilimento del gruppo a Bentivoglio in provincia di Bologna. Grande difficoltà da circa 2 anni anche per Iniziative Industriali di Contrada Sant'Elena perché le commesse calano.
I sindacati che hanno proclamato otto ore di sciopero più presidio nella giornata di domani per convincere l'azienda a presentare «un vero piano industriale per i 116 dipendenti». Il piano di ristrutturazione aziendale presentato dalla proprietà 15 giorni fa prevede il trasferimento di 23 dipendenti verso le sedi di Ravenna (7 unità) e Viggiano (16 unità) dove opera l'Eni da cui da sempre ottiene oltre l'80% delle commesse. Le rappresentanza non contestano il trasferimento di personale previsto dalla legge, ma chiedono di discutere sulla parte economica e che venga assicurato il lavoro a tutti i dipendenti.
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