Scabbia, alla Cicala diagnosticati 4 casi

Nella Casa di riposo di Atessa del gruppo Villa Pini contagiati 3 pazienti e un lavoratore

CHIETI. Al Piccolo rifugio La Cicala, la casa di riposo di Atessa, in via Cavalieri di Vittorio Veneto, tra le residenze sanitarie assistite del gruppo Angelini, c’è la scabbia. La malattia infettiva e contagiosa, un tempo dovuta alla scarsa igiene e alla povertà, ha colpito tre dei 38 pazienti, anziani e con problemi psichiatrici, e un lavoratore dei 20 dipendenti della casa di riposo. Sono stati avvertiti prefetto e Asl perché si proceda alla sanificazione dei luoghi.

La situazione nelle strutture sanitarie del gruppo Villa Pini sta precipitando. Nella casa di riposo di Atessa, come in molte altre strutture di riabilitazione mancano i prodotti per la pulizia e i generi alimentari.

I casi di scabbia sono stati diagnosticati qualche giorno fa dal dirigente medico (l’unico rimasto) che poi si è dimesso ma ha segnalato gli episodi e chiesto la consultazione di un dermatologo di Villa Pini che ha confermato la presenza del parassita nella struttura. La scabbia non è una malattia grave ma non guarisce senza un adeguato trattamento farmaceutico. I lavoratori al prefetto e alla Asl hanno chiesto urgententemente la sanificazione degli ambienti e la presenza di un dirigente medico.
A tutto questo si aggiunge che molte strutture, amministrate dalla figlia di Vincenzo Angelini, Chiara presto dovranno sbaraccare perché sono state sfrattate dai proprietari degli immobili per morosità. Da mesi non vengono pagati i canoni di affitto.

Ieri mattina intanto, alcune delegazioni delle strutture sanitarie San Stefar e Maristella hanno organizzato un presidio in piazza San Giustino, sotto al tribunale, dove tre giudici Geremia Spiniello, Antonio Ciccarini e Nicola Valletta stanno esaminando in camera di consiglio le proposte di concordato preventivo delle strutture, in alternativa al fallimento. I concordato ha avuto il parere negativo della procura di Chieti, secondo i magistrati non ci sarebbero le condizioni per una procedura concorsuale che comunque consentirebbe ancora la gestione da parte della famiglia Angelini, e degli stessi lavoratori delle strutture, assistiti dagli avvocati Di Lorenzo e Di Sabatino. I dipendenti chiedono che le residenze sanitarie e i centri di riabilitazione vengano dichiarati falliti e che si provveda per un loro esercizio provvisorio. I sindacati, in prima fila la Cgil, chiedono alla Regione che venga istituita una task force per questa situazione drammatica e di emergenza.

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