Scoperta la truffa “no vax”: tampone sotto falso nome per avere il super Green pass

5 Febbraio 2022

Allo Scalo un positivo presenta in farmacia la tessera sanitaria di un altro: voleva fargli ottenere, a distanza di 10 giorni, la certificazione verde da guarito

CHIETI. Un tampone sotto falso nome per ottenere il super Green pass. L’ultima truffa dei no vax è stata scoperta a Chieti Scalo: sul caso sta indagando la polizia, allertata da un farmacista. I reati ipotizzati sono sostituzione di persona e violazione delle leggi sanitarie.

L’escamotage è possibile da quando il molecolare non è più necessario per certificare prima la malattia e poi la fine dell’isolamento. Ecco come funziona: un positivo al Covid si presenta in farmacia e chiede di fare un test rapido, mostrando la tessera sanitaria di una persona sanissima che non ha intenzione di vaccinarsi, ma che così risulterà anch’essa positiva. Nelle farmacie, ormai da settimane prese d’assalto da centinaia di cittadini, raramente viene chiesto un documento d’identità: è sufficiente la tessera sanitaria, unica accortezza che il presunto titolare che si sottopone al tampone sia dello stesso sesso e di un’età apparentemente compatibile con quella segnata sulla tessera. Quindici euro di tampone e il referto che certifica la positività è pronto per essere inviato alla Asl. Dieci giorni dopo, basta presentarsi di nuovo in farmacia con la stessa tessera sanitaria e il tampone negativo certificherà la guarigione facendo scattare automaticamente il rilascio del super Green pass. In questo modo, almeno per sei mesi, il no vax avrà dunque la massima libertà di accedere al lavoro e alla vita sociale.

Ma a Chieti Scalo, due giorni fa, è andata male sia a un no vax che al suo complice. Verso sera, un uomo si è presentato per fare un test antigenico ed è risultato positivo. A quel punto qualcosa deve aver insospettito il farmacista, probabilmente perché l’età indicata sulla tessera sanitaria non corrispondeva pienamente alla persona che si è trovato davanti. Fatto sta che, alla richiesta di presentare un documento d’identità, l’uomo è andato nel panico. «L’ho dimenticato in macchina, vado a prenderlo e torno», sono state le sue parole. In realtà, il furbetto se l’è data a gambe levate, non facendo più rientro in farmacia. Ma ha commesso un grave errore che ha inguaiato il no vax, ovvero ha lasciato in farmacia la tessera sanitaria di quest’ultimo, rendendo praticamente automatica la sua identificazione. A distanza di pochi minuti, è partita la telefonata al 113. Sul posto è arrivata una volante della polizia, che ha raccolto le testimonianze e avviato le indagini per dare un volto anche al positivo che si è presentato nel negozio.

La vicenda, dunque, è destinata ad arrivare davanti al tribunale di Chieti. Si ipotizza pure la violazione delle leggi sanitarie perché l’uomo che si è sottoposto al tampone spacciandosi per un altro si è allontanato dalla sua abitazione pur sapendo di essere contagiato. Che il problema stia diventando serio lo dimostra anche l’alert diramato recentemente da Federfarma, l’associazione sindacale dei farmacisti, in una circolare riservata per gli associati. Nel documento si chiede ai colleghi nei cui esercizi si effettuano tamponi rapidi di identificare sempre il paziente tramite il suo documento di identità e di accertarne in maniera puntuale la corrispondenza con i dati riportati nel modulo di accettazione, così come nel momento in cui si svolge il test.

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