Sixty, 200 posti da salvare il caso approda da Di Primio

I sindacati temono lo spostamento dell'azienda in altre nazioni dove la mano d'opera costa meno

CHIETI. La vertenza Sixty approda sul tavolo del sindaco. Umberto Di Primio ha ricevuto i sindacati confederali in un primo incontro sul gruppo moda che rischia di mettere fuori dai cancelli oltre 200 dipendenti nel giro di due anni, qualora la crisi aziendale e di settore non invertirà la rotta.

La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro, questa volta allargato anche a Rsu e Provincia. «Le problematiche occupazionali della città», dice il sindaco, «sono alla nostra massima attenzione. Intendo approfondire anche la situazione della Sixty e agire ai diversi livelli istituzionali, per cercare possibili soluzioni».

Nell'incontro con i sindacati è emerso che anche il direttore del personale Sixty, Domenico Gentile, ha avuto un primo faccia a faccia con Di Primio. Ora occorre sintesi di posizioni e di numeri. E' proprio per fare chiarezza a 360 gradi che ora il tavolo di confronto sulla vertenza verrà allargato ad altri interlocutori. L'azienda, del resto, è ricorsa nel tempo a più ammortizzatori sociali, dalla mobilità volontaria al contratto di solidarietà, a cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Tutto per cercare di tenere testa a un momento difficile. «Qualora il fatturato non dovesse tornare a crescere», dice Ettore Di Natale della Femca-Cisl, «c'è il rischio che gli ammortizzatori non siano più sufficienti e l'azienda ricorra a strumenti diversi, come la mobilità. Abbiamo chiesto l'incontro col sindaco per studiare soluzioni che evitino il patatrac occupazionale».

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