Stop alla cassa integrazione

9 Giugno 2010

Di Rocco (Cgil): la produzione va, nessun fermo fino a dicembre

ATESSA. Cresce la produzione della Sevel. La ripresa c'è, anche se ancora lontana dall'obiettivo dei 300mila furgoni del piano Marchionne. In base ai dati della Fiom-Cgil nel 2010 lo stabilimento produrrà 58mila veicoli in più dello scorso anno, per un totale di 178mila furgoni. Segnali positivi ai quali, però, a detta della Fiom corrisponde una stagnazione della occupazione e dell'indotto.

«Fino al 31 maggio la Sevel ha prodotto già 80mila veicoli commerciali e sulla base dei preventivi non ci sarà richiesta di cassa integrazione da qui a fine anno», afferma Marco Di Rocco, segretario provinciale della Fiom. Se i dati sono incoraggianti, dopo la crisi nera a cavallo tra il 2008 e il 2009, per il sindacato metalmeccanici aderente alla Cgil la realtà presenta ancora luci e ombre.  «All'aumento dei volumi produttivi non seguono riflessi sull'occupazione», sottolinea Di Rocco. «Ciò significa che la Sevel intende produrre di più senza aumentare dipendenti, ma solo ritmi e carichi di lavoro che in fabbrica hanno già raggiunto livelli insostenibili», spiega. 

La Fiom intende riaprire il discorso sui circa 1.400 operai precari, tra interinali e con contratti a termine, che allo scoppio della crisi economico-finanziaria furono licenziati dalla Sevel. «Se si vuole che la ripresa abbia sviluppi sociali positivi, si deve costringere la Fiat a riaprire la trattativa sull'occupazione alla Sevel», dice Di Rocco. «La Regione deve riaprire un tavolo negoziale con Fiat e Confindustria sugli ex addetti e insistere su nuove prospettive di lavoro sulla base dell'aumento produttivo», prosegue. 

«Bisogna anche conoscere quali sviluppi attendono la Sevel nel biennio 2011-2012, ma se la produzione aumenta, occorre mantenere ritmi normali in fabbrica e riprendere invece le assunzioni, se davvero si vuol far riprendere l'economia regionale, che altrimenti sarà ancora in sofferenza», evidenzia il segretario della Fiom di Chieti.  La Fiom sottolinea anche la necessità di un rilancio dell'indotto, che passa attraverso lo studio di nuove tecnologie e produzioni tra le aziende locali e la Fiat.

© RIPRODUZIONE RISERVATA