“Tassa di soggiorno” per il morto

Nuova gabella del Comune: la camera ardente del cimitero a 150 euro al giorno
CHIETI. Tassa di «soggiorno» per defunti da 150 euro al giorno. Non si tratta di una battuta umoristca dal gusto un po’«noir», ma del balzello adottato dall’amministrazione comunale targata «Di Primio». Una tassa nuova di zecca che va a pescare denaro certo in un settore che non conosce flessioni di mercato.
L’industria del «caro estinto» si ribella mentre per i familiari di chi passa a miglior vita si preannunciano rincari sostanziosi sulle parcelle dovute alle agenzie funebri. Esequie più costose, dunque, perché adesso il soggiorno del defunto nella camera ardente dell’obitorio cimiteriale ha un costo. «Centocinquanta euro al giorno» protestano le agenzie di onoranze funebri «una tassa che noi consideriamo assurda». Al di là dei costi da hotel a 5 stelle, gli imprenditori del settore fanno notare che il principio adottato dal Comune è iniquo e va a colpire soprattutto chi, in vita, a scelto la cremazione.«Le strutture in grado di eseguire questo particolare trattamento sono poche» proseguono agguerriti «quindi, dopo il consueto funerale, la salma prima di essere incenerita deve mettersi in lista d’attesa». E ovviamente l’unico luogo deputato a ad ospitarla è la camera ardente del cimitero di Sant’Anna.«A volte la salma è costretta a soggiornarvi tre o quattro giorno prima che arrivi il suo turno per la cremazione. Così le spese vive per gli onori funebri lievitano in modo spropositato». Una tassa esosa che per una sosta di tre giorni richiede un esborso pari a 450 euro. Cifra che, ovviamente, le agenzie di onoranze funebri dovranno in qualche modo recuperare.
Ma è già difficile per molte famiglie affrontare le spese per un «normale» funerale, adesso la questione si complica. «Il servizio prima era gratuito» sottolineano infuriati gli operatori del settore «ora oltre alla tassa di soggiorno per il morto dobbiamo anche pagare il bollo da 16 euro per i relativi incartamenti». La protesta centra anche altri problemi di carattere burocratico e organizzativo.
«Non si capisce per quale motivo le regole sul fronte dei servizi cimiteriali debbano essere diverse da quelle di altri 90 mila Comunicipi italiani» aggiungono «l’atto di morte viene redatto dall’ufficio anagrafe, ma poi le relative autorizzazioni vengono demandate agli uffici del servizio cimiteriale. Passaggi che fanno solo perdere tempo». Poi l’affondo finale. «Qualche giorno fa» racconta il titolare di un’agenzia di pompe funebri «mi sono rivolto agli uffici comunali dello Scalo per un atto di morte. Ebbene, non avevano neppure la carta per fare una fotocopia. Se il Comune sta messo così male» aggiunge « invece di inventarsi nuove tasse che colpiscono il cittadino perché non frenano le spese per le opere pubbliche, quelle meno urgenti per no dire inutili?».
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