Antonietta Picardi

Terrorismo, la minaccia parte dall'Abruzzo

L’Antimafia stringe il cerchio su 3 indagati di Francavilla, Guardiagrele e Pescara. Uno aveva un mitra Skorpion. Si ritengono in grado di atti eversivi "contro le alte cariche dello Stato" 

CHIETI. Accusati di terrorismo, pronti a colpire personalità dello Stato. Sarebbe questo il movente. E’ una mitraglietta Skorpion, trovata in casa di un indagato, a spingere la procura distrettuale antimafia dell’Aquila a stringere i tempi su un’inchiesta delicata, coperta dal segreto, che per ora vede indagate tre persone, una coppia pescarese residente a Francavilla e un ventenne incensurato di Guardiagrele. Ma non siamo di fronte a presunti terroristi islamici, come i cinque indagati in Veneto perché sospettati di indottrinare e reclutare forze per i gruppi della Jihad islamica che combattono sui fronti caldi del Medio Oriente. L’ipotesi di reato, nell’inchiesta della distrettuale antimafia, è di “attentato per finalità terroristiche o di eversione”. Preparavano qualcosa per colpire figure rappresentative dello Stato italiano. Così dice l’accusa. Ma nel loro mirino erano finiti politici importanti, rappresentanti di governo oppure sindacalisti di fama nazionale? Per ora non ci sono risposte.

Un mese fa, perquisizioni e sequestri, eseguiti dalla Mobile di Chieti, di computer e telefoni cellulari alla coppia pescarese che da alcuni anni vive a Francavilla e al giovane insospettabile di Guardiagrele, hanno dato il via all’inchiesta rimasta segretissima. Fino a che non è spuntato il più inquietante dei retroscena: un’arma da guerra che riporta la memoria indietro nel tempo agli anni di piombo e dei delitti delle Brigate Rosse. La Skorpion che D.N., ritenuto il principale dei tre indagati, nascondeva in casa con altre pistole, sarebbe lo stesso modello di mitraglietta con cui le Br uccisero Aldo Moro, l’economista Tarantelli, l’ex sindaco di Firenze Landi e il senatore Ruffilli.

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Per adesso è solo una coincidenza che lega l’inchiesta in corso, condotta dal pubblico ministero aquilano, Antonietta Picardi, e lo spettro del terrorismo degli anni a cavallo tra il 1970 e l’80. Chi è D.N.? E’ un pescarese che, tempo fa, rimase appunto coinvolto in una storia di traffico d’armi. Arrestato a Pescara riuscì a patteggiare non prima però di aver rivelato che la Skorpion gli era stata ceduta da un personaggio sinistro, un pentito di camorra. A distanza di quasi due anni, un’intercettazione telefonica riaccende i riflettori su quella mitraglietta e su D.N., indagato con la compagna e il presunto complice guardiese. Dai loro computer, affidati dal pm Picardi a un esperto, potrebbero uscire la conferma di sospetti pesanti e quindi i nomi degli obiettivi da colpire.