Tribunale a rischio, il dissenso va in piazza

Manifestazione del Comitato di difesa. Mercoledì la sentenza della Corte costituzionale sul referendum

LANCIANO. La luce della giustizia che illumina il nord dell’Abruzzo e il buio delle tenebre della “terra di Nessuno”, ovvero il sud dell’Abruzzo, privo di tribunali e Procure. È la rappresentazione simbolica scelta dal “Comitato in difesa del tribunale di Lanciano e dei tribunali minori abruzzesi”, per manifestare il proprio dissenso, ma soprattutto quello che accadrà se la riforma delle circoscrizioni giudiziarie varata dall’ex governo Monti, che ha previsto la chiusura dei tribunali minori, tra cui Lanciano, non sarà fermata, grazie anche al referendum abrogativo della legge chiesto dall’Abruzzo, capofila di 9 regioni italiane.

«Abbiamo scelto di mostrare visivamente l’impatto della riforma», dicono i membri del comitato, «che avrà conseguenze durissime per il territorio e i cittadini, con disagi notevoli oltre che un aggravio di costi».

E ai cittadini presenti in piazza Plebiscito, dove il comitato ieri pomeriggio ha sistemato un gazebo informativo, gli avvocati hanno spiegato le conseguenze della chiusura come l’allungamento dei tempi dei processi, i disagi anche solo per chiedere un atto, costi maggiori della giustizia e, soprattutto, metà del territorio regionale, quello più prossimo alle aree con maggiore influenza della criminalità organizzata, privato dei presidi di prevenzione e controllo assicurati dalle Procure.

«Attendiamo il responso della corte costituzionale sull’ammissibilità del referendum abrogativo», conclude Emilio Nasuti, consigliere regionale promotore del referendum «che arriverà mercoledì. Abbiamo buone possibilità che questo sia accolto. Poi inizierà la campagna per spingere i cittadini ad andare a votare». (t.d.r.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA