L’anniversario

Un minuto di silenzio per la strage di Sant’Agata

GESSOPALENA. La strage di Sant’Agata, per iniziativa del Comune e dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, sarà ricordata oggi con un minuto di silenzio a mezzogiorno e una messa in Santa Maria...

GESSOPALENA. La strage di Sant’Agata, per iniziativa del Comune e dell’Anpi, l’associazione dei partigiani, sarà ricordata oggi con un minuto di silenzio a mezzogiorno e una messa in Santa Maria Maggiore alle 18.

Settant’anni fa, alle prime ore del mattino, una pattuglia tedesca rastrellò alcune famiglie di Torricella Peligna, sfollate a Sant’Agata di Gessopalena, e le trucidò con bombe a mano, raffiche di mitra e colpi di fucili. Furono 42 i corpi ammucchiati in una masseria, e qualcuno abbandonato sull’aia in mezzo alla neve, cui i tedeschi diedero fuoco col carburante. Un’azione apparentemente inspiegabile, ma che va ricondotta a un’azione di due giovani torricellani che alcuni giorni prima, in contrada Santa Giusta, dirimpettaia di Sant’Agata, si erano ribellati ai soldati della Wehrmacht uccidendone un paio.

Si salvarono due ragazzi, Nicoletta Di Luzio (ferita gravemente) e il fratello Antonio, che videro trucidare la propria madre e il fratellino Leonardo. Poco più in là era riuscito a sfuggire alle mitragliate tedesche il giovanissimo Giuseppe D’Amico, che per la forte emozione non riuscì a parlare per diversi anni.

Questo evento rappresentò l’apice del terrore bellico nel Sangro-Aventino nei mesi dell’occupazione tedesca. Poche settimane prima erano saltate in aria le abitazioni di Lama dei Peligni, Gessopalena, Montenerdomo, Torricella, Taranta Peligna, Lettopalena, Fara San Martino e numerosi altri centri, accompagnate da altre uccisioni e violenze.

Gli abitanti fuggirono nelle campagne o furono rastrellati e costretti a spostarsi insieme ai tedeschi che si ritiravano. Di quel terribile mattino a Sant’Agata resta un cippo in memoria delle vittime, e i resti della masseria teatro della tragedia.

Gino Melchiorre

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