Usura, denunciata la Serfina

15 Aprile 2011

Due negozianti: prestiti con interessi oltre il tasso soglia

LANCIANO. Nella denuncia-querela presentata alla Procura di Chieti, chiedono che venga verificato se sia stato superato il cosiddetto "tasso soglia" che farebbe configurare il reato di usura. L'istanza è di due commercianti di Lanciano che hanno avuto rapporti finanziari con la banca Serfina, con sede nel capoluogo teatino.

La vicenda parte nel 2007, quando i commercianti, padre e figlio, aprono due distinti conti correnti alla Serfina: i classici contratti che regolamentano i rapporti di credito e debito tra cliente e istituto di credito. Purtroppo, però, la difficoltà economica dei due li ha portati a trovarsi con i conti in rosso. Di qui, secondo la denuncia-querela, l'invito della banca a sottoscrivere due contatti di mutuo con garanzia ipotecaria.

Due anni dopo, infatti, furono concessi due prestiti: uno da 165mila euro e l'altro da 135mila euro. Scopo dei mutui, è scritto nella denuncia, era di dare una garanzia reale ai rapporti di conto corrente per consentire alla banca di ripianare, autofinanziandosi, il rapporto dare-avere dell'attività commerciale. «Le somme concesse dalla banca sotto forma di mutui», continua la denuncia, «non furono consegnate ai richiedenti ma versate su due conti correnti in saldo negativo e "incamerati" dalla banca». Le difficoltà continue dei due, però, non consentirono loro di pagare le rate dei mutui con regolarità, tant'è che la banca comunicò lo scorso anno la revoca dei mutui, la costituzione in mora e l'immediato rientro delle somme concesse. Padre, figlio e fideiussori, a vario titolo, non soddisfarono le richieste. La banca nel frattempo, avviò l'azione esecutiva.

Successivamente i due si rivolsero da un commercialista incaricandolo di una perizia che accertasse se quei rapporti di conto corrente e mutuo avessero rispettato la legge anche sull'eventuale superamento della soglia che fa scattare l'ipotesi dell'usura. Dalla perizia, sempre secondo la denuncia, è venuto fuori che su un conto corrente «da marzo 2007 a gennaio 2010 sarebbero stati applicati interessi usurari per 30.705,76 euro» e che su un altro conto «nel periodo da aprile 2007 a gennaio 2010 sarebbero stati applicati interessi usurari per 15.737,63 euro». Di qui la richiesta di indagini in Procura. I negozianti sono assistiti dall'avvocato Luigi Toppeta, di Lanciano.

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