Vasto crocevia dello spaccio nel centro ItaliaIl pm: "Serve un argine alla criminalità"

Droga dai clan, i 43 abruzzesi arrestati restano in isolamento per cinque giorni

VASTO. Detenzione ai fini di spaccio di droga ma anche incendio doloso. E' lungo l'elenco dei reati contestati dalla magistratura vastese a Lorenzo Cozzolino, 41 anni, e alla moglie Italia Belsole, di 32. La coppia, secondo i carabinieri, sarebbe responsabile insieme a un terzo indagato, Vincenzo Piccirillo, 23 anni, di Somma Vesuviana, dell'incendio divampato nella notte fra il 26 e 27 agosto a Gissi, nell'appartamento di L.C., un 43enne di Pescara residente nel piccolo Comune del Vastese.

Quel rogo, insieme ad altri attentati incendiari, ha dato una svolta alle indagini, partite nel gennaio scorso, sfociate nelle maxi retata di martedì dell'operazione «Tramonto», con 63 persone arrestate per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupecenti, di cui 43 sono abruzzesi residenti tra il Teramano, Pescara e l'area vastese al confine con il vicino Molise.

«Le indagini, particolarmente lunghe e complesse, sono state supportate da rilevazioni tecniche e intercettazioni ambientali», ha spiegato il procuratore capo, Francesco Prete. «In particolare, oltre alle intercettazioni telefoniche, si sono rivelati preziosi ai fini investigativi i contatti che gli indagati hanno avuto sul social network Facebook. I risultati ottenuti ci soddisfano», sottolinea il magistrato. «Il numero delle persone coinvolte e la quantità di droga e denaro sequestrati danno la misura del preoccupante livello di criminalità raggiunto nell'area vastese e che intendiamo contrastare con ogni mezzo», sottolinea il procuratore.

L'indagine ancora non è conclusa e il numero degli arrestati potrebbe aumentare già dai prossimi giorni. Cozzolino e le altre persone finite in carcere sono in isolamento. Per cinque giorni, a partire da lunedì, non potranno incontrare nessuno, nemmeno i propri difensori. Alcuni sono rinchiusi a Vasto, altri a Pescara, altri ancora a Larino. Cozzolino, detenuto nel carcere di Pescara, dovrebbe essere interrogato martedì per rogatoria.

«Al momento, la data dell'interrogatorio non ci è stata ancora comunicata» taglia corto il difensore, l'avvocato Nicola Artese. Il legale per il momento non vuole parlare. «La vicenda è molto delicata, inoltre devo ancora incontrare il mio cliente», è la telegrafica dichiarazione dell'avvocato che assiste anche Italia Belsole.

Oggi dovrebbero cominciare invece gli interrogatori dei 14 indagati e dei fruitori dello spaccio di droga: più di cento giovani d'età compresa fra 16 e 25 anni segnalati al prefetto di Chieti, Rocco Fulvio De Marinis.

Un esercito di avvocati si prepara a contrastare l'ipotesi accusatoria della procura: Giovanni Cerella, Angela Pennetta, Nicola Chieffo, Arnaldo Tascione, Antonello Cerella, Carmine Petrucci, Alessandro Orlando, Raffaele Giacomucci che assistono molte delle persone arrestate.

A incastrare i numerosi indagati sono state le immagini riprese dalle telecamere sistemate dagli investigatori nel Vastese, ma anche a Pescara, Teramo, Frascati, Campobasso, Ferrara e soprattutto Napoli, Caserta e Foggia. Diversi gli episodi registrati in Molise. Del resto, la cronaca rivela un evidente crescendo della criminalità nella regione confinante con Abruzzo, Puglia e Campania. A Montenero di Bisaccia, città natale del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, lunedì è stata recapitata in municipio, all'indirizzo del sindaco Nicola Travaglini e del presidente del Consiglio comunale, Domenico Porfido, una busta contenente minacce e l'ogiva di un proiettile. Porfido ha anche trovato l'auto cosparsa di benzina.

Sui due episodi indagano i carabinieri. E i militari stanno cercando di scoprire anche chi, la notte fra lunedì e martedì, ha rubato dall'ufficio anagrafe del Comune di Boiano (Campobasso), quattrocento carte di identità in bianco (un furto analogo si è registrato nei giorni scorsi anche al Comune di Vasto).

«Abruzzo e Molise non sono più isole felici», insiste il consigliere regionale dell'Idv, Paolo Palomba. «Chiederò l'intervento del senatore Di Pietro affinché, alla luce degli inquietanti risultati delle indagini condotte dalla magistratura, il ministero degli Interni prenda opportuni e adeguati interventi per respingere gli attacchi della criminalità organizzata. L'inagurazione della Fondovalle del Trigno negli anni '70 ha ridotto le distanze con la costa Tirrenica ma ha anche spalancato le porte alla malavita campana. Dalla Puglia, la separano soltanto cinquanta chilometri. Tanti i tentativi di infiltrazioni malavitose. Troppi per l'esiguo numero di forze dell'ordine a disposizione del territorio.

Molti dei personaggi finiti nella rete hanno dimostrato di non avere scrupoli. Sono spuntate fuori anche le armi. L'ultima, una pistola calibro 38 special con matricola abrasa e munizioni in canna, è stata sequestrata martedì mattina a casa di uno degli arrestati, Pasquale Bevilacqua di origine rom.

Vasto e il Vastese non ci stanno. Centinaia di cittadini sabato parteciperanno al sit-in orgnizzato dall'associzione Libera contro le mafie, dalle 19 alle 23, davanti alla cattedrale di San Giuseppe. Riccardo Alinovi, dell'associazione Codici, e Stefano Moretti annunciano la loro presenza e invitano la cittadinanza a collaborare sempre di più con le forze dell'ordine.

«Dire la verità è scomodo. Si rischia di passare per eretici», osserva Alinovi, «Vasto ha problemi seri, lo dico da anni. Grazie alla magistratura e ai carabinieri che con l'operazione Tramonto lo hanno dimostrato».

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