PUNTA PENNA

Vastoviva: «Alle biomasse diciamo sì ma con regole»

VASTO. «È tempo di scegliere le priorità e tornare a fare una politica industriale seria in contrapposizione a un ambientalismo fondamentalista e isterico». Usa toni duri Vastoviva, l’associazione...

VASTO. «È tempo di scegliere le priorità e tornare a fare una politica industriale seria in contrapposizione a un ambientalismo fondamentalista e isterico». Usa toni duri Vastoviva, l’associazione che fa capo a un gruppo di militanti del Partito democratico. Il sodalizio, fondato da Angelo Bucciarelli e Maria Amato, interviene nel dibattito sulle centrali a biomasse che da mesi arroventa il clima politico, contestando la recente presa di posizione di Sel, Prc e Idv.

Nel chiedere all’amministrazione comunale di non escludere la strada giudiziaria del ricorso al Consiglio di stato per bloccare la centrale a biomasse in arrivo a Punta Penna, i tre partiti della maggioranza si sono lasciati andare ad alcune considerazioni che hanno provocato la reazione e i distinguo di Vastoviva. «Ci siamo sempre contrapposti all’industrialismo cieco che non sentiva l’urgenza di compiere un salto anche culturale sull’ambientalizzazione degli impianti, ma anche a un certo ambientalismo fondamentalista e isterico che pensa che fra i beni da tutelare non ci debba essere anche il lavoro», puntualizzano i referenti dell’associazione, «ribadiamo che siamo favorevoli alle energie rinnovabili, biomasse in particolare, nel rispetto delle regole su localizzazione, tipologia di impianto e sistemi di controllo delle emissioni. Punta Penna è l'area del porto e il porto è il volano dello sviluppo per il Vastese, grazie alla sua centralità logistica».

Per il sodalizio «è urgente che la politica locale e l’amministrazione comunale attivino il percorso che ha come obiettivo lo sviluppo del porto e delle infrastrutture di Punta Penna. È tempo di scegliere le priorità», insistono gli esponenti di Vastoviva, secondo i quali bisogna «attivare una nuova e vera governance del territorio e tornare a fare una seria politica industriale».

Anna Bontempo

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