Gabriele de Guglielmo e Fabrizio Angelini al teatro Tosti di Ortona

FASE DUE / IL TEATRO

Dalla prosa al musical, l’Abruzzo vuole ripartire 

I professionisti dello spettacolo chiedono sicurezza per tornare in scena: «Pronti a reinventarci, ma dobbiamo fare presto» 

Il teatro soffre e ha fretta. La pandemia e le misure per arrestarla hanno chiuso i sipari su tutte le stagioni e colpito profondamente anche questo importante settore, che dalle grandi alle più piccole realtà italiane mostra ora di non volersi fermare a leccarsi le ferite inferte dal Coronavirus ma di voler al più presto ripartire.
Con risposte che garantiscano sicurezza al pubblico, a chi sale sul palco e a chi lavora dietro le quinte perché la scena si accenda e la magia abbia inizio, dunque dai sarti agli elettricisti, agli attrezzisti, ai truccatori e via e via. Sicurezze contro i rischi di contagio e anche economiche in questa tanto temuta e attesa Fase 2.
L’Appello In Abruzzo il confronto tra le istituzioni teatrali è serrato quanto mai prima. Il Coordinamento delle Compagnie di teatro indipendente extra-Fus (Fondo unico per lo spettacolo) promosso dall’associazione aquilana Teatrabile – e che riunisce 40 compagnie ovvero circa 160 lavoratori che hanno a che fare con un bacino sociale di almeno ventimila utenti – ha firmato un appello alla Regione per chiedere un incontro e risposte a breve termine per il settore, sottolineando in chiusura: «Ai più attenti non sfugge che la presenza degli artisti sia un po’ come quella delle api per la natura, cioè indicatore di benessere psicologico, sociale, culturale ed economico di un popolo».
Il Teatro Tosti di Ortona ha una storia importante e impegnativa. La magnifica sala con quattrocento posti inaugura con successo stagioni di prosa e concerti dal 1930 e in 90 anni di attività ha saputo reinventarsi con proposte sempre nuove e di qualità.
Fino a diventare un importante centro di produzione di musical quando al timone è arrivata la Compagnia dell’Alba, nata nel 2013 dall’incontro tra Fabrizio Angelini – romano, regista di alcuni tra i più importanti spettacoli musicali italiani degli ultimi anni, coreografo e performer di numerosi lavori per la Compagnia della Rancia e per Gigi Proietti – e Gabriele de Guglielmo, artista poliedrico, performer, musicista, insegnante e direttore dell’Accademia dello Spettacolo, di Ortona. «Da sette anni siamo “specializzati” in musical: li produciamo e li esportiamo in tutta Italia, l’ultimo è A Christmas Carol – 40 date in tutta Italia – ma nascono al Tosti di Ortona e ne siamo fieri», sottolinea in premessa Angelini. «Il musical è una produzione impegnativa professionalmente ed economicamente. E di certo non intendiamo fermarci. Proprio no. La situazione è preoccupante perché stiamo parlando dell’ultimo settore che potrà ripartire (di sicuro non prima di dicembre). Noi siamo preoccupati come tutti per la mancanza di prospettiva. Dico subito che non siamo fiduciosi sullo spettacolo in streaming: il teatro è con il pubblico, ora ci sono tante piattaforme che consentono la visione di spettacoli da casa e farne un’altra in replica non ci appartiene. Diciamo che come prima idea la respingiamo, ma come ultima possibilità la prendiamo in esame».

Una scena di A Christmas Carol della Compagnia dell’Alba
La Compagnia dell’Alba in ogni produzione impegna circa 40 persone tra tecnici macchinisti sarte, performer, e una ventina sono i lavoratori stabili al Tosti. «Per noi è impossibile prevedere un musical con mascherine e coreografie con distanziamento sociale», spiega il direttore artistico, «deve invece essere possibile prevedere un protocollo nazionale per le compagnie che metta in sicurezza anche gli operatori sul palco. Altrimenti non riusciamo a immaginare un musical. Se dobbiamo reinventarci siamo pronti a farlo, anche con prodotti più piccoli, ma servono tempo e risorse, perché chiaramente i soldi sono stati già investiti per nuove produzioni che sono ferme e che non sappiamo se ripartiranno», spiega. «Una produzione come la nostra costa tra i 130 e 140 mila euro, già impegnativa dunque, serviranno risorse che le parti governative dovranno prevedere altrimenti». Mettere in sicurezza i lavoratori sul palco è essenziale dunque e per le sale? «Siamo disposti a più soluzioni: più repliche nello stesso giorno, con meno persone, ma dovranno subito definire i protocolli di sanificazione e di distanziamento sociale. Il Tosti lo possiamo rivoltare come un calzino, meno pubblico con più turni, percorsi di entrata e uscita... ma dobbiamo avere indicazioni subito, allora potremmo sfruttare l’estate per reinventarci nel rispetto della nostra professione. Siamo disponibili anche», conclude, «a valutare operazioni estive all’aperto, magari proprio nella grande piazza antistante il Tosti. Dobbiamo far ripartire l’arte in città»
Il Teatro del Sangro gestisce il Teatro Studio a Treglio e il Teatro Ruzzi a Vasto. Due teatri, 100 posti il primo e 500 il secondo. Due stagioni teatrali, due scuole di teatro, due teatri dove la compagnia Teatro del Sangro, diretta da Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini, costruisce i propri spettacoli. «Raccogliamo le idee e le proposte fatte in queste ore da due maestri della scena contemporanea, Gabriele Vacis e Marco Baliani e le caliamo nel nostro contesto teatrale, sociale e culturale», si legge in una nota della compagnia. «L’idea è riaprire i nostri due teatri a Lanciano/Treglio e a Vasto: aprirli e tenerli aperti tutto il giorno e, venerdì e sabato, anche la notte. Aprirli veramente. Finora i teatri erano chiusi per la maggior parte del tempo, si aprivano al pubblico soltanto per le due o tre ore dello spettacolo. Apriamoli sempre! Gli spettatori potranno entrare ad ogni ora del giorno. Naturalmente non si potrà entrare in più di trenta per volta. Ma l’estensione del tempo d’apertura permetterà d’incrementare le presenze. Prenoti on line (come nei musei) e rimani quanto vuoi. Ti misurano la febbre quando entri e le maschere saranno addestrate alla sanificazione che potrà avvenire periodicamente nell’arco della giornata. Distanze, mascherine, guanti, tutto garantito».

Giancarlo Gentilucci
Lo spazio Nobelperlapace è pronto alla sfida: «Inventare nuove forme di spettacolo senza creare surrogati», la carta vincente secondo il direttore artistico del teatro aquilano Giancarlo Gentilucci che poi spiega: «Noi tutti pensiamo innanzitutto alla salute di chi frequenta il nostro spazio, per questo stiamo studiando le soluzioni più adeguate per tutte le persone che frequenteranno i nostri laboratori, assisteranno ai nostri spettacoli e parteciperanno alle nostre attività. Speriamo il prima possibile, in attesa delle future disposizioni in materia di luoghi dello spettacolo. Una cosa è certa: intensificheremo le nostre attività socio-culturali. Personalmente», sottolinea, «non vorrei inventare nulla che sia un surrogato della specificità dell’agire spazio temporale del teatro per il rispetto che ho dello spettatore. Ma al tempo stesso intensificheremo le attività video, per produrre video e non surrogati. Già in questi giorni stiamo contattando alcuni nostri utenti, giovani e non, per coinvolgerli in nuove attività. Vogliamo condividere con il nostro pubblico anche numerosi lavori e progetti realizzati negli anni, da tempo in corso di digitalizzazione».
«Vorrei che il Nobelperlapace si trasformasse in un’allegra brigata di cucina, che con le proprie portate renda sazi e felici i nostri utenti commensali e spettatori», conclude Gentilucci. «Non ci inventeremo nulla di nuovo che non sia una vicinanza che, attraverso la condivisione delle arti, renda più gradevole la riflessione sui temi che l'uomo vive e affronta da sempre. Come abbiamo fatto già undici anni fa, ci adatteremo ancora una volta al mondo nuovo».
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