La stoccata di Toni Servillo ai pescaresi: «Meritate un teatro migliore di questo»

Le parole dell’attore sabato sera, al termine dello spettacolo nel Circus. La Fondazione Pescarabruzzo: «Manutenzione garantita»
PESCARA. «Pescara è una città che ama il teatro in tutte le sue forme e lo si deduce dal numeroso pubblico presente in sala. Peccato, però, che un teatro vero non ce l’ha. Eppure ve lo meritate». Queste, in sintesi, le parole pronunciate dall’attore e regista napoletano Toni Servillo, al termine dello spettacolo: “Il fuoco sapiente”, andato in scena sabato sera al teatro Circus di via Lanciano. Una struttura gestita, così come il Massimo e il Sant’Andrea, dalla Fondazione Pescarabruzzo, «con l’obiettivo di garantire alla comunità strutture in grado di proporre rappresentazioni di qualità, con nomi di spicco, proprio come Servillo, quattro David di Donatello, una Coppa Volpi e quattro Nastri d’Argento», precisa Alessandro Germano, responsabile dei teatri e dei cinema per conto della Fondazione. Una precisazione rivolta ai commenti rilasciati da alcuni spettatori dopo l’evento di sabato. Il protagonista di un monologo, che invita a riflettere sulla necessità di ritrovare il fuoco di bellezza che ha alimentato la civiltà greca, a un certo punto dice ai presenti: «Guardatevi intorno: è giusto tenere in queste condizioni un luogo deputato ad accogliere il grande pubblico? Non oso immaginare i bagni!».
Gisella Orsini, fan di Servillo, racconta: «L’attore, al termine di uno spettacolo di grande spessore culturale, divorato dagli applausi di un pubblico numeroso ed entusiasta, ha affermato: “Meritate di sicuro qualcosa di meglio, così come lo merito anche io. Attenzione, non voglio sollevare polemiche politiche, ma questa è una città che deve avere un teatro adeguato”. In sostanza, una città che non ha un teatro è una sconfitta per la comunità». Poi Orsini aggiunge: «Si è guardato intorno e ha fatto parlare quel che osservava. Dopotutto, l’intero spettacolo è stato incentrato sul teatro in sé, partendo proprio dalla grandezza dell’antica Grecia. Una cultura straordinaria, di cui andiamo fieri, ma che abbiamo al tempo stesso dimenticato in un’era caratterizzata da una quotidianità virtuale, priva di poesia e verità».
E poi la constatazione: «Pescara non ha un teatro». Il d’Annunzio è chiuso dal 2024, perché inagibile. I lavori devono ancora partire, considerando l’intoppo dovuto alla conclusione del contratto con la precedente società che ha rinunciato all’incarico. Ora la procedura è ripartita e l’amministrazione punta ad accelerare i tempi per la riapertura, almeno parziale, della struttura. Nel frattempo, il Comune sta affidando gli interventi per sistemare il teatro Michetti, che conta però 300 posti. Il Flaiano può ospitare 480 persone. Il Circus, invece, gestito dalla Fondazione Pescarabruzzo, di posti ne ha 810. E domenica, in occasione dello spettacolo di Servillo, era stracolmo.
Spiega Germano: «La manutenzione in questo e negli altri due teatri a nostra disposizione viene effettuata spesso, anche perché organizziamo circa 300 eventi l’anno. Il Massimo è stato efficientato, grazie ai fondi del Pnrr, lo scorso anno. Il Circus è datato, ma consente di accogliere un pubblico numeroso. Prima del Covid sono stati sistemati i camerini e i bagni degli ospiti. Il sistema di riscaldamento funziona bene. Una criticità è rappresentata dai bagni per il pubblico, che si trovano al piano inferiore. Tendono ad allagarsi quando si verificano delle forti precipitazioni, ma per fattori esterni che non dipendono da noi, come il sistema fognario». E ribadisce: «Le nostre strutture consentono di avere un’ampia offerta culturale».
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