Legge sul randagismo, Di Cioccio ribadisce: «Non suonerò più in Abruzzo»

Il musicista pratolano spiega le sue ragioni in un’intervista al Centro: «Questo vuole essere un grido per risvegliare le coscienze. Siamo un tutt’uno con la natura, ricordiamocelo»
PESCARA. «Non suonerò più in Abruzzo». Questa la provocazione di Franz Di Cioccio, abruzzese doc, batterista, voce e leader della Premiata Forneria Marconi, raggiunto telefonicamente dal Centro. Un appello che arriva dopo l’approvazione dell’emendamento 14 alla legge regionale 47/2013 sul randagismo e benessere animale. La modifica, approvata dal consiglio regionale e sostenuta dalla maggioranza, prevede l’apertura dei canili al pubblico non più quotidiana ma limitata ad almeno cinque giorni a settimana, con tre domeniche obbligatorie, consente ai Comuni di stipulare convenzioni non solo con i titolari ma anche con i gestori privati delle strutture e non richiede più la presenza garantita dei veterinari né quella continuativa delle associazioni animaliste, che potrà essere autorizzata o meno a discrezione dei responsabili.
Una riscrittura contestata da numerose sigle locali e nazionali, dal Coordinamento Volontari Abruzzesi Animali e Ambiente alla Lndc Animal Protection, che parlano di un indebolimento dei controlli, un ostacolo alle adozioni e un colpo alla lotta al randagismo, oltre che di un intervento utile soltanto a «un chiacchieratissimo titolare di un tristemente noto canile della Marsica», come denunciano i volontari. Per Di Cioccio è l’ennesimo segnale di una deriva: «Situazione paradossale, l’Abruzzo che ha parchi e riserve dovrebbe tutelare la biodiversità. Un anno fa c’è stata l’ordinanza sui cervi, poi gli orsi, ora i cani». Il musicista, già nel 2024, era intervenuto contro il calendario venatorio regionale, scrivendo al presidente Marsilio che «469 cervi, cuccioli compresi, saliranno sul patibolo senza processo».
Oggi il suo allarme torna a farsi sentire: «Non so dove stia andando questa regione. Abbiamo saputo oggi della famiglia nei boschi: vergognoso». Poi precisa: «Questa è una provocazione per dare una sveglia. Il problema non è il politico, il governatore o l’assessore particolare, ma richiamare tutti al fatto che siamo connessi alla natura e ce lo stiamo dimenticando». Intanto le associazioni annunciano che giovedì la norma sarà discussa in commissione Vigilanza e che lunedì verrà inviata al Ministero della Salute una richiesta formale di non approvazione.
Di Cioccio conclude e ribadisce il legame con la sua terra: «Amo l’Abruzzo, amo gli abruzzesi, persone di cuore. Ci tengo talmente tanto che questo vuole essere un grido per risvegliare le coscienze di tutti: siamo un tutt’uno con la natura, ricordiamocelo».
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