l'intervista

Max Gazzè: «Prendo la vita com’è e sono libero»

Il cantautore romano apre il “Maximilian tour” sabato 30 gennaio al PalaGiovanni XXIII di Pescara. «Vi presento il mio nuovo disco, mi piace molto: è come un quadro di pop art»

di Rosa Anna Buonomo

PESCARA

Il saper cogliere la vita nelle sue tante sfaccettature, il ritorno in Abruzzo dopo il successo del concerto in trio con Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, un nuovo album concepito «come un quadro pop art», in cui i colori si fondono rivelando un perfetto equilibrio. Il Centro ha intervistato Max Gazzè alla vigilia del debutto del nuovo tour, “Maximilian”, che partirà, domani, 30 gennaio, proprio dall’Abruzzo. Precisamente dal Pala Giovanni Paolo II di Pescara, che si animerà con i successi e gli inediti contenuti nel nuovo progetto discografico del cantautore romano, “Maximilian”. Il costo dei biglietti, disponibili su circuiti TicketOne e CiaoTickets, è di 23 euro più i diritti di prevendita.

Come nasce “Maximilian” e come lo presenterebbe?

«Inizialmente nasce come un progetto parallelo, un progetto di musica sperimentale con l’utilizzo di strumenti come sintetizzatori modulari. L’obiettivo era di fare una sinfonia di strumenti sintetici. Doveva essere uno pseudonimo con cui fare questo album sperimentale. Maximilian era uno scienziato delle forme d’onda, un uomo di un presente diverso, di un’altra dimensione. Nello stesso tempo, stavo lavorando a un nuovo disco di canzoni, per cui il progetto è stato accantonato. Ma ho deciso di chiamare il nuovo album così. E può darsi che il progetto “Maximilian” proseguirà poi in futuro, magari come autore. È un album che ha un grande equilibrio, ci sono momenti più pop e momenti più intensi. Ho collaborato con mio fratello Francesco e altri autori. Mi piaceva l’idea di fare un disco un po’ più corale. Amo definirlo come un quadro di tanti colori che però, nell’insieme, hanno una loro forma e un loro senso».

“La Vita com’è” è un brano che ha riscosso un enorme successo. Com’è la vita per Max Gazzè?

«La vita è quello che è. Prendere la vita com’è è uno dei modi più sereni per accettare i cambiamenti. Accettare il cambiamento della vita in tutti suoi aspetti, momenti felici, momenti più difficili... questo per me è la vita. Non resistere ai cambiamenti. Gioire dei momenti belli e accettare, nello stesso tempo, quelli brutti. Probabilmente la più grande forma di libertà che un uomo possa acquisire è quella di trovare il modo per vivere in maniera serena, al di là di tutto. Questa canzone nasce dalla collaborazione con mio fratello Francesco Gazzè e con Francesco De Benedittis. Abbiamo lavorato insieme fino a trovare questa mistura, questo “crossover” tra diversi generi. Ska, rock’n’roll... c’è un po’ di tutto».

Il tour debutterà proprio da Pescara, nel palazzetto che nel novembre 2014 ha ospitato una tappa del tour con Fabi e Silvestri. Che ricordo ha dell’esperienza in trio e qual è il suo rapporto con l’Abruzzo?

«Mi piace viaggiare, apprezzare i luoghi, e conservo sempre un bel ricordo dei posti dove sono stato. Sono molto legato a Pescara, una città che amo particolarmente, ma in generale a tutto l’Abruzzo. È una regione che ho frequentato molto e che conosco bene, ho anche tanti amici tra L’Aquila e Pescara. La tournée con Niccolò e Daniele è stata un’esperienza fuori dall’ordinario, una cosa che ha sorpreso tutti. Nasceva dalla volontà di fare della musica insieme, poi le cose sono andate sempre in crescendo, si sono sviluppate. Ogni concerto della tournée è stato un evento a sé».

“Mille volte ancora” è la lettera di un padre a un figlio. Che genitore è Max Gazzè?

«Proprio perché il mio lavoro mi porta a stare sempre in giro, quando sto con i miei figli ci sto veramente, mi dedico a loro, mi piace. Ne ho quattro. Cerco di essere presente».

C’è un brano tra quelli contenuti nel disco a cui è maggiormente legato?

«È difficile dirlo. Da musicista mi piace molto “Nulla” per la sequenza armonica; ha questo elemento progressive, questa suite di accordi , questa nota che rimane monocorde con questi accordi che cambiano sotto. “Verso un altro immenso cielo” è un lavoro di arrangiamento sinfonico importante e mi è piaciuto concludere il disco con questo tocco. Mi piace anche la traccia che apre il disco, “Mille volte ancora”, mi ricorda il mondo anni ’80, new wave, con questo incalzare del ritmo e i sintetizzatori elettronici. Ogni brano è un colore a sè stante. Immagino il disco come un quadro pop art, i cui colori anche diversi tra loro alla fine creano un bell’equilibrio. E ogni canzone ha un colore ben definito».

Può darci qualche anticipazione legata al concerto?

«Ci abbiamo lavorato molto e sono molto contento di come abbiamo allestito il tour. Sarà un concerto molto spettacolare. Questo tour sarà una sorpresa per tante persone, sono convinto che piacerà ».

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