Scorcio della Valle Fredda, versante aquilano del Gran Sasso

"ALTITUDINI"

Nella Valle Fredda del Gran Sasso 

In ogni massiccio c’è una Valle Fredda e il Gran Sasso non fa eccezione. Si tratta di una stretta fessura che da Fonte Cerreto (Assergi) sale fino alla sella della Scindarella, protetta dalle vette del versante “aquilano” del Gran Sasso, quelle con gli impianti da sci. La Valle Fredda, infatti, è percorsa d’inverno da sciatori che amano i fuori pista, quindi a noi camminatori è preclusa quando la neve scende fino ai 1000 m di altitudine.
Si imbocca il sentiero 216 che inizia due chilometri dopo la partenza della Funivia, sulla strada statale 17 bis per campo Imperatore e si sale su una carrareccia. All’inizio, lungo la stradina, resti di alberi, rami e tronchi: sono ciò che rimane di una slavina che circa due anni fa rese inagibile la valle, ma che i “beni separati di Assergi” hanno provveduto a ripulire, e noi li ringraziamo.
Da un punto di vista floristico la valle è uno scrigno di biodiversità. Durante l’ultima bizzarra stagione primaverile-estiva, l’ho visitata spesso e ho visto fiorire e sfiorire di tutto, con giochi di colori e profumi davvero rari e inebrianti. Dopo circa 1 km la carrareccia diviene sentiero e si incontrano alcune paratie che servono a convogliare l’acqua dello scioglimento delle nevi. Siamo sempre più stretti tra i monti: la Scindarella a Nord e Montecristo a sud. Voltandoci ci appare lunghissima la Valle del Vasto, una via di comunicazione tra il bel borgo di Assergi, l’aggregato di san Pietro e le masserie tipiche del luogo, nella quale scorre abbondante l’acqua delle vette più alte. Giungiamo dopo 75 minuti a intravedere la sella che si staglia sul cielo limpido e azzurro e la raggiungiamo in circa due ore dalla partenza.

La Fossa di Paganica in primavera

Quassù tra rocce, fiori di stagione e aria fresca ci affacciamo verso est: ai nostri piedi la Fossa di Paganica, un avvallamento che comprende un piccolo laghetto. Seppure rovinata da costruzioni mai finite il luogo è strepitoso: un giardino che cambia ad ogni stagione. Allo sciogliersi delle nevi è violetto di crochi, poi giallo di ranuncoli, azzurro di scille, celeste di non ti scordar di me, verde di erba, giallognolo d’autunno e infine bianco di neve.
Proseguiamo sul sentiero 200H (Sentiero Italia) che si inerpica per poco meno di un chilometro e poi quasi pianeggiate solca di traverso le pendici del piccolo massiccio della Scindarella. Si arriva in circa 2,45 ore dalla partenza a circa 2100 metri tra radure, cavalli e il Pizzo Cefalone che fa capolino, dietro un orizzonte tondo. Siamo su una specie di sella dove ad est scorgiamo gli impianti della Scindarella, ad ovest una bella radura verde fiorita che in primavera ospita ancora neve, e a nord finalmente una singolare veduta del Corno Grande, il Rifugio Duca degli Abruzzi e l’albergo di Campo Imperatore che da qui sembra ristrutturato.
Il bello di questa escursione su un sentiero non molto battuto è che ora che siete a Campo Imperatore (3,15 ore, 7,5 km) a godervi il panorama, il vento e una consumazione all’ostello più alto d’Europa, Ostello dello Zio (2.115 m). Potete rilassarvi, perché per scendere stavolta andiamo in funivia che in 8 minuti porta a Fonte Cerreto da dove in meno di due chilometri saremo al punto di partenza.
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