Un Festival per continuare a raccontare D’Annunzio

Il commento di Giordano Bruno Guerri sulla settima edizione del Festival Dannunziano: «Ogni anno il Festival d’Annunziano prova a raccontare da un’angolazione sempre nuova il più polimorfo tra i geni italiani, e c’è ancora molto da raccontare»
Ogni anno il Festival d’Annunziano prova a raccontare da un’angolazione sempre nuova il più polimorfo tra i geni italiani, e c’è ancora molto da raccontare. L’enorme, attenta partecipazione del pubblico agli incontri perfino più complessi della rassegna ci convince che c’è una comunità vogliosa di riconnettersi con il suo eroe poeta guerriero, oltre le false credenze che lo hanno a lungo adombrato. D’Annunzio si è occupato davvero di tutto, nelle mie ricerche non ho mai smesso di scoprire sue attività perfino insospettabili, dando il meglio sia in quelle popolari sia in quelle più sofisticate.
Le vogliamo raccontare tutte guardando a questo caleidoscopio di forme e intuizioni perché Pescara e l’Abruzzo hanno davvero introiettato lo spirito di un festival finalmente nazionale, ricco e soprattutto rivolto a tutti. È questo il frutto di un duro lavoro, che con la Regione e il Comune di Pescara – grazie al presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri e al sindaco di Carlo Masci - conduciamo da sette anni e che riesce ogni volta a coinvolgere protagonisti importanti sul territorio - come Paolo Corsini, Tommaso Cerno, Peter Gomez, che hanno ragionato sul futuro dei linguaggi televisivi. Per non dire degli spettacoli gratuiti di musica e teatro, delle anteprime addirittura mondiali – come nel caso del film sul futurismo Caffeina del Mondo.
Con i visori della realtà aumentata abbiamo portato l’esperienza virtuale a Casa D’Annunzio, con l’ologramma del Vate abbiamo creato un ponte tra passato e presente fra storia e intelligenza artificiale.
E fra gli oltre quaranta eventi, c’è stato anche l’appassionato coinvolgimento delle scuole alle attività che ogni anno il Vittoriale propone agli studenti di tutta Italia, con l’Abruzzo a distinguersi sempre per l’entusiasmo della partecipazione e la qualità dei lavori tutti diversi: l’argomento del prossimo anno, a proposito della pluralità dei temi da cui attingere, sarà D’Annunzio a tavola. Abbiamo già annunciato con soddisfazione che la Regione Abruzzo ha acquisito quattordicimila libri di d’Annunzio – molti preziosi - provenienti dal Fondo Paglieri. Significa mettere a disposizione del luogo natale la più grande collezione dannunziana presente al di fuori del Vittoriale - e che lo stesso Vittoriale ha impiegato settanta anni per riuscire a realizzare.
Si tratta di un’operazione senza precedenti, l’Abruzzo avrà una monumentale collezione del suo autore più prestigioso. Il Festival dannunziano è un progetto in cui crediamo, sull’onda dell’entusiasmo che ci ha accolti anche quest’anno. E ci crediamo perché ogni euro investito in cultura ne rende cinque, sei, sette - lo dimostrano gli Studi di Confcommercio e di Federalberghi. Per non dire che ogni ingresso ai nostri eventi – completamente gratuiti - è un’occasione di crescita e di dialogo, un vero ponte con i cittadini. E continuiamo a lavorare perché dalla prossima edizione tutta la regione si senta motore e perno di questa festa che vogliamo ancora più estesa, ricca, variegata, grande.
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