Abusi su una ragazzina, trasferito il 14enne picchiato in carcere. Aveva denunciato torture, ora è all’Aquila

È stato trasferito dal carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, alla struttura dell'Aquila il 14enne indagato nel caso di abusi e nella diffusione dei video delle violenze ai danni di una 12enne di Sulmona. Anche l’altro imputato di 17 anni continua a denunciare violenze in carcere
SULMONA. È stato trasferito dal carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, alla struttura dell'Aquila il 14enne indagato nel caso di abusi e nella diffusione dei video delle violenze ai danni di una 12enne di Sulmona. Il trasferimento è avvenuto dopo tre richieste formali e dopo la denuncia presentata lo scorso venerdì dal padre del ragazzo, che ha ipotizzato lesioni, minacce, omissione di atti d'ufficio e tortura. Il 14enne è il più giovane dei tre indagati, insieme a un 17enne e a un 18enne. Era detenuto nel carcere minorile romano dal 24 ottobre, quando tutti e tre erano stati arrestati come misura cautelare, in seguito alla denuncia della vittima e al sequestro dei dispositivi elettronici.
Il 14enne e il 17enne si trovavano entrambi a Casal del Marmo e, secondo quanto riferito rispettivamente al padre e all'avvocato, sarebbero stati oggetto di ripetute aggressioni e furti da parte di altri detenuti. Le violenze, stando al loro racconto, si sarebbero intensificate giovedì scorso: il più piccolo avrebbe riportato lesioni al petto, alle braccia e al volto, mentre il 17enne avrebbe ricevuto un pugno allo zigomo.
Per il 14enne il padre ha presentato denuncia, accompagnando la terza istanza di trasferimento che ha poi portato allo spostamento all'Aquila. "Un primo passo che apprezziamo", dichiara il suo avvocato, Alessandro Margiotta. "Ho parlato con l'educatrice dell'Aquila - afferma il padre del 14enne -: dice che mio figlio sta bene e ho preso appuntamento per andarlo a trovare".
Anche l'altro imputato, di 17 anni, recluso nel carcere minorile di Casal del Marmo continua a denunciare violenze e minacce. "Mi ha chiamato dal carcere, ancora una volta terrorizzato: mi ha riferito di esser stato da poco minacciato con queste parole: 'ti faccio fare la fine del tuo amico: ti passo le lamette addosso, al petto, al collo e al viso'. Come se fosse un rituale. Ed è riuscito a fermare un pugno", afferma all'ANSA la sua legale, Raffaella D'Amario "Mi ha implorato di farlo trasferire - sottolinea -, mentre parla sento sempre urla in sottofondo che mi fanno allarmare ancora di più sulla situazione generale lì dentro. Oggi è stato prima offeso con parolacce e orribili epiteti, è stata offesa sua mamma, poi è partita la minaccia di sfregiarlo e anche un pungo che il ragazzo è riuscito a bloccare". "Questa misura cautelare non può consistere nel far stare questi minori in un contesto dove devono subire e difendersi all'ordine del giorno. Lo dobbiamo istradare a essere deviato? - si chiede la legale - Al contrario. Non ha precedenti, andava bene a scuola, è sempre gentile, mi ringrazia sempre perché mi chiama spesso per riferirmi di violenze. È dispiaciuto che i genitori lo sentono dal carcere, ha un forte legame con loro e riferisce che oggi il papà piangeva al telefono, era dispiaciuto di quello che stava passando in carcere". "Dobbiamo fare rumore, dobbiamo attenzionare l'opinione pubblica su quello che succede in questi istituti minorili - conclude -. Non devono diventare delinquenti quando escono questi ragazzi, ma li si espone quotidianamente a pericoli e a far si che debbano difendersi".

