Alloggi del Progetto Case agli studenti universitari

Consiglio comunale straordinario affronta le problematiche dell’ateneo cittadino Intesa per assegnare gli appartamenti disponibili nei siti di Roio e Coppito

L’AQUILA. Un «nuovo modello di città-università», verso cui devono essere dirottati gli sforzi «istituzionali e interistituzionali». È la mission che si pone il consiglio comunale. Ieri si è riunito in seduta straordinaria, dopo settimane dalla sua convocazione, su iniziativa del consigliere Pd Stefano Palumbo, per affrontare luci e ombre del mondo universitario. Al centro della discussione, ruotata attorno al documento elaborato dal gruppo di lavoro costituito della Conferenza dei capigruppo del 13 novembre scorso (e approvato all’unanimità), la definizione di un «nuovo modello di città-università», la necessità di riorganizzare i poli della didattica (Roio, Coppito, Pile, centro storico) e recuperare le sedi dei servizi, affrontare il problema della residenzialità e mobilità. E, poi, incentivare tutti i servizi per gli studenti: mense, sport e tempo libero. A distanza di quasi sei anni, il consiglio comunale si trova ancora a discutere su quali strategie mettere in campo per non far morire la sua storica università. A evidenziare, invece, le criticità che l’ateneo si trova a vivere è stato, quasi unica voce nel mare magnum dei distratti, il consigliere di Rifondazione comunista Enrico Perilli. Con quali numeri si vuole «aggredire» il futuro, se quest’anno si contano, sino a oggi, 5mila iscritti contro gli 8mila dello stesso periodo del 2013 (dati Udu)? Difficile dirlo. Arduo, poi, comprendere in che modo si voglia realizzare il «nuovo modello di città-università» se il trend dovesse essere confermato. «Abbiamo perso, in base a questi dati», ha sottolineato Perilli, «il 30% degli immatricolati». A dare il colpo di grazia è stato, probabilmente, il ritorno delle tasse. «Giusto tornare a pagare,per accelerare il ritorno alla normalità della vita dell’ateneo, attirando studenti veri, e non iscritti che vengono qui solo a sostenere gli esami», ha aggiunto Perilli, «ma per il numero chiuso nei corsi di laurea (Psicologia, Biotecnologie e Scienze ambientali), si sarebbe potuto attendere un paio d’anni».

Nel primo anno d’introduzione del numero chiuso, infatti, sono stati 220 gli studenti che si sono iscritti al test d’ingresso per Psicologia (il tetto massimo introdotto col numero chiuso è di 300 posti), mentre nell’anno accademico scorso erano oltre mille; 81 coloro che si sono iscritti per sostenere il test a Biotecnologie, contro i 400 dell’anno scorso. «Il rischio è che nei prossimi anni gli immatricolati in generale e gli iscritti ai test d’ingresso ai tre corsi a numero chiuso caleranno drasticamente», ha concluso Perilli. Tra i partecipanti alla seduta, tra gli altri, la rettrice Paola Inverardi, il presidente dell’Azienda per il diritto agli studi universitari Francesco D’Ascanio, il direttore del Gran Sasso Science Institute Eugenio Coccia, il direttore del Conservatorio «Casella» Giandomenico Piermarini, il presidente dell’Accademia Belle arti Roberto Marotta e il presidente del Cus Francesco Bizzarri.

Nel documento approvato viene messa nero su bianco la necessità di «dedicare la massima attenzione alle tematiche riguardanti l’università, la formazione e la ricerca, riconoscendo l’importanza che tali aspetti rappresentano nella definizione del modello di sviluppo sociale che la città desidera adottare nei prossimi anni».

Il documento, inoltre, chiede al sindaco d’intervenire nei confronti del governo nazionale e regionale affinché prevedano risorse dedicate al recupero delle strutture. Il consiglio s’impegna, poi, dando seguito a una deliberazione dell’assemblea assunta nel 2011, «a destinare agli studenti universitari, a partire dal prossimo anno accademico, gli alloggi del Progetto Case disponibili nei quartieri di Roio e Coppito», auspicando anche la proroga dell’accordo con il ministero della Difesa «affinché gli alloggi della caserma Campomizzi restino nelle sue disponibilità per ulteriori 10 anni».

Nasce, infine, un Tavolo operativo di coordinamento per le tematiche universitarie, costituito da Università, Comune e Regione.

Marianna Gianforte

©RIPRODUZIONE RISERVATA