Alpini, il ricordo del fondatore Jacobucci 

Lo storico Di Grangregorio alla vigilia del raduno per il Decennale rievoca le gesta del presidente Cai

In occasione del Raduno del decennale degli Alpini (Cai e Ana) del fine settimana, per me è un onore grandissimo ricordare un personaggio come Michele Jacobucci, che ha fatto la storia dell’alpinismo Abruzzese.
Jacobucci è stato presidente della Sezione Abruzzi Ana dalla fondazione alla sua morte, avvenuta nel 1966, per ben 36 anni. In segno di riconoscenza gli Aquilotti del Gran Sasso, nel 1927, gli intitolarono il canalone della parete Orientale del Pizzo Intermesoli, quando effettuarono la prima ascensione.
Michele Jacobucci fu prima Segretario poi presidente della Sezione Cai dell’Aquila. In questa veste, ideò, compilò e fece stampare, a sue spese, dal maggio 1924 al novembre del 1934, i 120 numeri del Bollettino mensile del Cai, del quale fu direttore responsabile. Nel Bollettino venivano pubblicati anche gli articoli che riguardavano gli alpini della Sezione Abruzzi, essendo egli, contemporaneamente presidente dei due sodalizi, e avendo fissato la sede nel suo palazzo gentilizio, in corso Vittorio Emanuele n. 14. L’alpinista Carlo Bafile, socio Cai, nel libro “Omaggio al Gran Sasso”, lo definì «personaggio di tutto rilievo nell’alpinismo nazionale», lui che era nato aviere. Nel 1939, Jacobucci estinse un mutuo cambiario contratto da tutti i soci del Cai con la Cassa di Risparmio, per il restauro del Rifugio 2 Garibaldi e per la realizzazione degli altri Rifugi: Capanna Bafile, Fonte Rionne e Rifugio Cicchetti sui Monti Sibillini. Michele Jacobucci senior, nonno di Michele (figlio di Mariano e Leonardina Di Rienzo), sindaco dell’Aquila dal 1874 al 1885, fu un appassionato alpinista, nonché primo presidente della Sezione Cai dell’Aquila. Jacobucci junior, da suo nonno ereditò la passione per i suoi monti e per il Gran Sasso. Fu pioniere dello sci, dell’alpinismo estivo e invernale: d’inverno, per andare al Teatro o a qualche altra manifestazione, se c’era la neve usciva di casa con gli sci. Fu fondatore del Gas, Gruppo Aquilano Sciatori, e attraverso tale organizzazione diffuse lo sci nel Centro Abruzzo. Nel 1928 organizzò all’Aquila il 48° Congresso nazionale Cai, e in seguito fu promotore della Scuola di roccia del Gran Sasso, che portò la Sezione dell’Aquila alla conquista del Rostro d’Oro del Cai. Collaborò con la Sezione Cai di Roma, riuscendo a realizzare il Consorzio tra la Sezione di Roma e L’Aquila per i Rifugi del Gran Sasso d’Italia.
Un altro personaggio da ricordare è il segretario del Cai, Dario Torpedine, il quale mi chiamò a casa sua, dopo aver letto una recensione di un mio libro sull’Alpino, e mi mise a disposizione la raccolta completa del Bollettino Cai.
Questo materiale e tutto l’archivio, fu incendiato nel cortile del palazzo, dal nipote, il quale poi vendette pure la cappella gentilizia del cimitero dell’Aquila. Una minima parte di questa documentazione fu salvata da Torpedine. Oggi il Palazzo, non più della famiglia Jacobucci e recuperato dopo i danni del sisma del 2009, è un palazzo anonimo, dal quale è scomparsa la targa che lo identificava.
(*storico)