Antica Foruli, dagli scavi riemerge una villa a 2 piani

Sotto la chiesa di San Marco sono tornate alla luce alcune strutture murarie La Soprintendenza: tracce di una città precedente alla fondazione dell’Aquila

L’AQUILA. Una villa a due piani nella frazione di Civitatomassa di Scoppito, che testimonia la ricchezza del territorio nei primi secoli dopo la nascita di Cristo, è l’eccezionale scoperta effettuata nei mesi scorsi dalla Soprintendenza archeologica abruzzese. Un prezioso ritrovamento illustrato sabato sera dall’archeologa, Rosanna Tuteri, nel corso della conferenza «La quotidianità. Aspetti di vita tra Sabini, Vestini e Romani nel territorio aquilano», a Casa Onna. L’incontro è stato anche l’occasione per scoprire altri tesori del territorio aquilano recentemente venuti alla luce: le tracce di una città precedente alla fondazione dell’Aquila nel sottosuolo della chiesa di San Marco, in piazza della Prefettura, e la prima testimonianza di muratura romana all’interno della città, nel tratto di mura urbiche nella zona della stazione.

Quello di sabato è stato l’ultimo degli incontri del ciclo di conferenze «Le antiche genti dell’Aquilano» organizzato dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo e dalla Soprintendenza ai beni archeologici, in collaborazione con l’associazione Onna onlus.

CIVITATOMASSA. «Nella frazione di Scoppito, l’antica Foruli, sono emersi recentemente, in occasione di una campagna di scavo effettuata lo scorso anno, i resti di un edificio a due piani organizzato, per la parte scavata, intorno a uno spazio aperto», ha spiegato Tuteri. «Per quanto finora venuto alla luce la frequentazione è databile tra l’inizio dell’età imperiale e la tarda antichità (I-IV sec. d.C.), nel periodo di maggior splendore di questo vicus del territorio amiternino, che derivò la sua importanza dall’essere un notevole snodo viario e dal fatto che vi erano presenti personaggi di alto rango che hanno lasciato tracce della propria ricchezza nelle strutture emerse negli anni Sessanta del Novecento e in un notissimo ciclo statuario». Una villa, probabilmente, che testimonia la ricchezza del territorio nel passato, un territorio che se esplorato potrebbe riservare ancora delle sorprese.

SAN MARCO. Nella chiesa di San Marco, in cui sono in corso gli scavi della Soprintendenza, cominciati a seguito del terremoto, sono emerse strutture murarie precedenti l’attuale edificio sacro, che orientano diversamente gli ingressi della chiesa in una fase anteriore a quella attualmente conosciuta. «Le indagini archeologiche, nella loro fase preliminare, limitata dalla presenza delle impalcature, hanno portato alla luce anche sepolture a vari livelli di profondità», ha detto l’archeologa. «Nel sottosuolo ci sono anche tracce di una città precedente a quella che noi conosciamo: è costituita dalle strutture, evidenziate a ogni occasione di scavo, che appartengono alle fasi secolari della città pluristratificata». Solo ulteriori indagini, tuttavia, potranno dare maggiori risposte riguardo all’esistenza di una città prima della storica data di fondazione dell’Aquila, il 1254.

STAZIONE. Il tratto di mura urbiche interrotto dalla Porta della stazione contiene, reimpiegati, dei blocchi lapidei che si pensava provenissero dalle vicinanze. «Un brevissimo intervento archeologico condotto sulle fondazioni delle mura medievali ha permesso di esplorare e rendere visibile il tratto interrato, originale, della muratura in opera poligonale di età romana che fungeva da sostruzione a un terrazzamento», come ha spiegato Tuteri. «Alla base della muratura è apparsa una porzione della pavimentazione in elementi fittili. Si tratta della prima struttura di età romana emersa in ambito urbano e documentata in tempi recenti. Il restauro che si sta conducendo sulle mura dell’Aquila dovrebbe tener conto delle potenzialità delle indagini archeologiche».

Michela Corridore

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