Archeologi di 5 continenti si “allenano” nella Marsica

È partita l’edizione 2016 della scuola estiva con ragazzi da tutto il mondo Si scava un sito del Neolitico in località Santo Stefano di Ortucchio

AVEZZANO. La Marsica come luogo di incontro e di formazione per archeologi di tutto il mondo. Per il secondo anno consecutivo, l’Università di Pisa, in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici d’Abruzzo, ha scelto la Marsica per la “Summer school of archaeology”. La Scuola di alta formazione, diretta dalle docenti Giovanna Radi e Cristiana Petrinelli, e dalla funzionaria della Soprintendenza, Emanuela Ceccaroni, è in corso di svolgimento. I ragazzi alternano l’attività sul campo con quella di laboratorio. La prima consiste nell’opera di scavo, in località Santo Stefano, a Ortucchio, su un sito del Neolitico; la seconda nei laboratori di Alba Fucens, il sito romano più importante d’Abruzzo. Si tengono anche corsi su discipline affini all’archeologia, come la geoarcheologia, l’archeosismologia e l’archeometria, avvalendosi della collaborazione del Cnr di Pisa e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Roma. La partecipazione a corsi del genere comporta spese non indifferenti. Che non tutti gli studenti possono permettersi. Soprattutto quelli provenienti dal continente africano. Ostacolo che quest’anno si è potuto aggirare grazie all’accordo stipulato tra il Comune di Celano e la Soprintendenza, al termine dei lavori di scavo effettuati nell’ambito della realizzazione dell’impianto fotovoltaico, che prevedeva azioni a sostegno della scuola. È nata così l’idea, da parte della dottoressa Ceccaroni e condivisa dall’assessore alla Cultura di Celano Eliana Morgante, di istituire delle borse di studio, che hanno permesso a studenti egiziani ed eritrei di partecipare al corso. Intanto un appuntamento da non perdere per le migliaia di turisti presenti in questo periodo nella Marsica, è quello fissato dalla Soprintendenza per domani, alle 19, all’Anfiteatro di Alba. Sarà affrontato il tema dei rapporti tra la Marsica e l’antico Egitto. L’egittologo Mattia Mancini interpreterà è leggerà i geroglifici presenti sulla statuetta funeraria del faraone Nectanebo (380.362 a.C.) che regnò alcuni decenni prima della fondazione di Alba, avvenuta nel 304 a.C. Il reperto – insieme a un’altra statuetta di donna con la testa di gatto, che rappresenta Bastet, la dea dell’amore, e a un medaglione di Anubi, la divinità raffigurata col corpo di uomo e la testa di cane, che aveva il compito di accompagnare le anime dei defunti davanti al tribunale degli dei – è stato rinvenuto ad Alba durante gli scavi. Potrebbero averli portati i legionari che avevano partecipato a fianco di Roma alla conquista dell’Egitto. Assolutamente da visitare, infine, è la mostra, ad Aielli, su “ArtEterna-I letti in osso”. Si rimarrà senza parole.

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