Autostrada a pagamento, sfollati e beffati

Protestano pendolari e sindacati: «Esiguo anche il contributo per le aziende».

L’AQUILA. Sta sollevando un polverone di polemiche l’ordinanza 3843 del 19 gennaio che contiene la decisione di «chiudere i rubinetti» da lunedì prossimo ai pedaggi gratis per i terremotati pendolari. Ad alzare la voce sono soprattutto gli sfollati ancora negli alberghi sulla costa, ma anche le organizzazioni sindacali, che criticano l’esiguità dell’intervento economico (80 milioni di euro) a favore delle aziende danneggiate dal sisma. L’associazione «Un respiro per L’Aquila» nata subito dopo il 6 aprile per iniziativa di un sostanzioso gruppo di sfollati sulla costa lamenta «poca attenzione da parte del Governo».

Si tratta di centinaia di famiglie, spesso residenti in case B e C, la cui abitazione ancora non è agibile. «Certo, rispetto ad aprile sulla costa siamo sempre meno, ma questo non vuol dire che le nostre esigenze possano essere calpestate», spiega Berardino Persichetti, medico e rappresentante del comitato sfollato sulla costa teramana. «Il disagio che ci crea quest’ordinanza è gravissimo: si tratta di un danno economico oltre che morale. Non bisogna dimenticare che non stiamo in vacanza sulla costa e che restare per molto tempo fuori dalla città non è per noi un piacere».

Il problema è particolarmente grave per chi viaggia quotidianamente per motivi di lavoro. «Si spendono circa 8 euro per andare e tornare», continua Persichetti «si tratta di un impegno economico non indifferente. Qualcuno dovrà anche rinunciare a viaggiare tutti i giorni, così si incentivano gli aquilani a non tornare in città. Bisogna anche pensare che i lavori, soprattutto per le B e le C non termineranno presto, per alcuni ci vorrà anche un anno. E questo non è imputabile a noi».

Dello stesso parere anche i rappresentanti sindacali che reputano «inaccettabile» questo punto dell’ordinanza, ma sono critici anche riguardo ai provvedimenti adottati per le imprese.
«Quello del pedaggio è un problema rilevante», afferma Umberto Trasatti, responsabile organizzativo della Cgil. «Ma ancora più grave è l’emergenza lavorativa. L’intervento economico a favore delle imprese si attendeva da tempo, ma avevamo chiesto 300 milioni di euro l’anno, non 80 milioni una tantum. Questi soldi», sottolinea il sindacalista «dovevano servire non tanto a risarcire le imprese dai danni subiti, ma a far ripartire tutte le attività produttive e a favorire nuovi insediamenti. Questa lungimiranza oggi non c’è».

Gianfranco Giorgi, segretario regionale della Cisl, spera che il contributo previsto sia solo un’acconto: «Non è una cifra in grado di risolvere i problemi» dice «si tratta di un intervento tardivo. Certo meglio che niente».
Per Piero Peretti, segretario regionale Ugl Abruzzo, invece «è positivo il fatto che il provvedimento stabilisca tempi stretti per la ricostruzione, ma siamo comunque in ritardo. Molti lavori sono partiti solo da qualche giorno e in tanti dovranno restare sulla costa, per questo ritengo assolutamente inopportuna la decisione di non prorogare i pedaggi gratuiti. In fondo non è colpa dei cittadini il fatto che i lavori siano in ritardo».