Aveva offeso la reputazione di un ristoratore di Castel di Sangro, Rita De Crescenzo a processo

Alessandro Coscia, tramite l’avvocato Gaetana Di Ianni, ha denunciato l’influencer napoletana per diffamazione
SULMONA. Aveva offeso la reputazione di un ristoratore di Castel di Sangro attraverso video e post pubblicati su TikTok dove è molto attiva da diversi anni. Protagonista della vicenda giudiziaria è Rita De Crescenzo, 47enne di Napoli, tiktoker, influencer e cantante italiana, conosciuta per i suoi video sui social e per alcune canzoni. A gennaio aveva inaugurato l’ondata dell’overtourism e ora, il 2 ottobre, dovrà comparire davanti al giudice del tribunale di Sulmona dove è stata citata per l’udienza pre dibattimentale.
I fatti risalgono al capodanno del 2023 quando la donna si era recata nel ristorante “Antica Neviera” di Castel di Sangro per trascorrere il veglione. Una cena di capodanno che, a suo dire, le è andata di traverso, viste le “recenzioni” che il 2 gennaio 2023 aveva pubblicato sui social. In un video postato sul suo profilo Facebook, con il nome di “Svergognata”, account seguito da più di 129mila follower, De Crescenzo aveva raccontato il suo capodanno abruzzese, lamentandosi per il trattamento ricevuto.
“La sera del 31 abbiamo fatto il digiuno al ristorante”, aveva scritto, sostenendo di non aver mangiato nulla e di essere andata via prima del brindisi di mezzanotte. Nel video la tiktoker denunciava inoltre di essere stata invitata come ospite d’onore e, nonostante ciò, di aver dovuto pagare sia l’acconto che la cena. Nel giro di pochi minuti in 400 avevano commentato il video della De Crescenzo che, nella stessa giornata, aveva postato un ulteriore video, intitolato “le mie amiche di Castel di Sangro” con la didascalia “a Castel di Sangro si sono messi tutti a disposizione tranne...”, indicando il nome del ristorante.
Una pubblicità non proprio positiva per l’attività e il suo titolare, Alessandro Coscia che, tramite l’avvocato, Gaetana Di Ianni, ha denunciato l’influencer per diffamazione, ritenendo le sue affermazioni destituite di ogni fondamento. Dopo il decreto penale di condanna ad una multa di 250 euro, impugnato dal suo legale, la procura di Sulmona ha chiesto il processo.
@RIPRODUZIONE RISERVATA