Avezzano, ucciso dal tetano un 63enne ferito al piede da un chiodo

Psicosi in città e numerose richieste di accertamento al pronto soccorso. Il medico: "La vaccinazione è importante"

AVEZZANO. Si ferisce con un chiodo a un piede e muore, ucciso dal tetano. Nel giro di qualche giorno è scattata la psicosi in città, con decine di richieste di intervento al pronto soccorso.

Aveva 63 anni Eusanio Notarantonio, imprenditore di Caruscino, borgata di Avezzano. Ad accorgersi che stava sempre più male sono state le figlie e la moglie, che lo hanno accompagnato in ospedale. Ma era già troppo tardi. Notarantonio si era fatto male con un chiodo ed era andato una prima volta al pronto soccorso.

Il giorno dopo, il 63enne, che insieme alla sua famiglia gestisce un’attività commerciale di rivendita di piccoli animali, mangimi e materiali per l’edilizia, ha iniziato a sentirsi male, accusando mollezza alle gambe. I familiari lo hanno accompagnato in ospedale una seconda volta. I medici gli hanno diagnosticato la presenza della tossina che si scatena dal batterio, diventando letale per l’uomo. Dopo la degenza di qualche giorno nel reparto di Rianimazione, dove i medici lo hanno tenuto in coma farmacologico, l’imprenditore è morto. Va chiarito che il “problema tetano” non scaturisce dalla ruggine, non è questa a essere pericolosa. Le complicazioni, infatti, arrivano se l’oggetto con cui ci si fa male è stato contaminato dalle feci di cavalli, ovini o mucche, animali che possono ospitare nel loro intestino il clostridium tetani, batterio responsabile della malattia. Questo germe viene eliminato con le feci dagli animali e può sopravvivere a lungo nell’ambiente sotto forma di spore. Attraverso il morso di un animale o in caso di una ferita profonda, soprattutto se contaminata con terriccio, le spore possono infettare l’uomo, nel quale, in condizioni particolari, sono in grado di trasformarsi nella forma attiva del batterio, che produce poi una tossina. Quest’ultima arriva al sistema nervoso, risale i nervi sino a raggiungerne il corpo cellulare dove blocca il rilascio di neurotrasmettitori ad azione inibente e causa contrazioni involontarie e dolorose della muscolatura.

La tragedia che ha colpito la famiglia Notarantonio ha scosso la città.

Da qualche giorno chiunque si ferisce, anche in modo lieve, si presenta al pronto soccorso e chiede la profilassi contro il tetano.

«Il tetano rimane molto grave e letale», commenta il responsabile del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Avezzano Maurizio Paoloni. «Chiunque sa di poter venire a contatto con la terra, con attrezzi sporchi di terra o con gli animali dovrebbe fare prevenzione e vaccinarsi. In caso di ferite, bisogna accertarsi immediatamente se si ha o meno la vaccinazione e bisogna subito pulire e disinfettare nel modo giusto la ferita».

In Italia la vaccinazione antitetanica è obbligatoria dal 1938 per i militari, dal ’63 per i bambini nel secondo anno di vita e per alcune categorie professionali più a rischio. Attualmente è anticipata, insieme a difterite e pertosse, al terzo e quinto mese con dosi di richiamo all’11° mese, al quinto-sesto anno e tra gli undici e i 18 anni.

Ulteriori richiami sono raccomandati a cadenza decennale. A livello nazionale la copertura vaccinale entro i 2 anni d’età è elevata (superiore al 95% tra i nati dal ’96), ma non ci sono informazioni certe sui richiami in età adulta, né sulla copertura di adulti e anziani.

Magda Tirabassi

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