Azienda in fiamme a Luco dei Marsi, c’è un ustionato: danni per oltre un milione di euro

Tre ore per lo spegnimento. L’incendio forse innescato da un corto circuito: brucia materiale plastico. I tecnici dell’Arpa hanno eseguito i primi campionamenti dell’aria, oggi invece gli esami sui terreni
LUCO DEI MARSI. Una colonna di fumo visibile da tutti comuni che affacciano sul Fucino. A fuoco lo stabilimento della Cooperativa Paf (Produttori Agricoli del Fucino), lungo la Strada 43 a Luco dei Marsi. Le cause sono attualmente al vaglio dei carabinieri e dei vigili del fuoco del distaccamento di Avezzano. Le fiamme, stando ad una prima ricostruzione, si sarebbero originate dalle celle frigorifere dell’impianto intorno alle ore 12,30. È bruciata la coibentazione in poliuretano, materiale estremamente infiammabile, tra le plastiche più resistenti e tossiche al mondo. Per questo è immediatamente scattato l’allarme ambientale. Ustionato uno dei soci.
Sono andati a fuoco tre celle frigorifere e numerosi “bins” in plastica. Vale a dire dei grossi contenitori impilabili a uso agricolo per lo stoccaggio, il trasporto e la conservazione dei prodotti ortofrutticoli. Le fiamme si sono poi allargate all’intero capannone. Sul posto cinque squadre dei vigili del fuoco e circa 20 uomini. Le operazioni di spegnimento sono durate circa tre ore. Nei paraggi anche diversi curiosi giunti da Luco dei Marsi e da altri comuni del Fucino, che hanno visto crescere la colonna di fumo. Secondo quanto emerso da una prima ricognizione, alla base potrebbe esserci un cortocircuito. Uno dei soci, Francesco Di Giamberardino, è rimasto lievemente ustionato a un braccio mentre cercava di mettere al riparo i mezzi agricoli. La conta dei danni è ancora in corso, ma si aggirerebbe sul milione di euro.
Saranno i carabinieri della stazione di Luco dei Marsi a fare luce sull’esatta dinamica dell’incendio. Informata la Procura della repubblica di Avezzano, che in merito alla vicenda ha ricevuto un rapporto dettagliato. Porte e finestre chiuse. E la raccomandazione di non accendere i condizionatori fino a nuove disposizioni. L’allerta è stata lanciata dalla sindaca Marivera De Rosa durante i concitati momenti delle operazioni di spegnimento dell’incendio. Cautela doverosa in attesa di conoscere i risultati dei campionamenti dell’aria da parte dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), ex Arta, relativamente al rischio inquinamento da combustione di materiali tossici. I tecnici, sul posto per i rilievi ambientali, hanno ribadito l’importanza della misura assunta dal primo cittadino. Un primo dato positivo è l’assenza di amianto tra i materiali andati a fuoco. Come ribadito dalla stessa agenzia.
Le risposte circa lo stato di salute dell’aria e delle falde arriveranno dal laboratorio che fa capo al distretto di Teramo. Sul posto l’ingegner Lorenzo Donati e il dottor Carlo Bellina, entrambi di Arpa, per la presa in carico dell’emergenza ambientale. I risultati dei campionamenti condotti ieri al termine dell’incendio, saranno disponibili nell’arco di 24 ore. Oggi sarà la volta degli esami sul terreno su quale sono depositati i materiali bruciati. Una volta rimossi i rifiuti, parte del suolo all’interno del perimetro andato a fuoco sarà campionata per scongiurare il pericolo di inquinamento delle falde. Nelle prossime ore verrà inoltre ricostruita la “Plume di ricaduta”, vale a dire le ceneri disperse in seguito all’incendio. Occorrerà innanzitutto capire se, una volta depositato sui terreni, questo materiale possa agire da contaminante. Solo in quel caso andrebbe identificata l’area da considerare a rischio.
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