Basilica Collemaggio Avviato il cantiere con i primi ponteggi

L’architetto Garofalo: «Protetta la pavimentazione» La riapertura del luogo sacro prevista alla fine del 2017

L’AQUILA. È cominciato in questi giorni il montaggio dei ponteggi all’esterno della basilica di Collemaggio, a partire dal lato della Porta Santa. Già da qualche tempo erano apparse le transenne, ma solo da ieri gli operai sono al lavoro sulle facciate. Un ulteriore step verso la riapertura della chiesa a Natale 2017, come da cronoprogramma. Le opere di consolidamento della basilica sono state finanziate per 12 milioni dall’Eni e sono cominciate, con più di un anno di ritardo, a dicembre scorso, «almeno dal punto di vista amministrativo», come spiega il direttore dei lavori Antonello Garofalo, della Soprintendenza. «Sono già stati completati l’allestimento del cantiere, la sistemazione e pulizia interna della basilica, necessari a seguito della messa in sicurezza del cantiere. È stata fatta anche la protezione della pavimentazione interna ed è stata realizzata una copertura provvisoria di tutti gli arredi: dell’altare e della balaustra in primis, ma anche degli altri elementi architettonici di pregio. Le operazioni devono essere ancora terminate perché è necessario mettere in sicurezza le superfici decorate e il mausoleo di Celestino, lavori che contiamo di fare dalla prossima settimana». Intanto, va avanti il montaggio del ponteggio. La società affidataria del restauro e della messa in sicurezza è Arcas spa di Torino, che ha vinto la corsa tra 350 imprese candidate. «I lavori seguono il cronoprogramma che prevede la riapertura della basilica a fine 2017», conclude Garofalo. «Per quella data dovrebbero essere terminati sia l’intervento sulla chiesa che quello sul Parco del Sole».

L’intervento è partito con oltre un anno di ritardo. Tre anni e mezzo infatti sono passati dal protocollo d’intesa “Ripartire da Collemaggio” tra Eni e Comune, firmato nell’estate 2012, che indicava, come tempistica, fine 2014 per l’apertura dei cantieri ed estate 2016 per la conclusione. Il progetto di restauro è nato da un modello di collaborazione istituzionale che ha affidato alla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici d’Abruzzo la progettazione, la direzione dei lavori e il coordinamento per la sicurezza e le attività tecnico-scientifiche a un gruppo di università (Politecnico di Milano, Sapienza di Roma e Università dell’Aquila) integrato da geologi e ingegneri Eni.

Michela Corridore

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