AVEZZANO

Bimbo invalido dopo due vaccini, 20mila euro l’anno per tutta la vita 

Il tribunale riconosce le responsabilità di ministero della Salute e Agenzia italiana del farmaco. La perizia: «Elevata probabilità di correlazioni». Nel sangue trovate tracce eccessive di metalli pesanti

AVEZZANO. Un indennizzo di 20mila euro l’anno per tutta la vita, a partire dal 2015, perché è accertata la correlazione tra due vaccinazioni e l’insorgenza di una grave disabilità per un bimbo di Avezzano, M., 7 anni da compiere. Con una sentenza che ha pochi precedenti in Italia, il giudice del tribunale di Avezzano ha dato ragione a una coppia marsicana e ha condannato al risarcimento dei danni il ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). La sentenza è stata emessa dal giudice Antonio Stanislao Fiduccia (sezione lavoro e previdenza) e si basa essenzialmente su una perizia medico-legale. Le motivazioni si conosceranno tra 60 giorni. La relazione tecnica porta la firma di Ilaria Agnifili, specialista in medicina legale e delle assicurazioni.
LA STORIA. Il caso fa riferimento alle vaccinazioni esavalente (antipolio, difterite, tetano, epatite B, pertosse e Haemophilus B) e pneumococcica a cui si era sottoposto il piccolo, la prima il 2 gennaio e l’altra il 4 marzo 2014 nel distretto sanitario di base di Avezzano. Bambino al quale, successivamente all’insorgere di svariati disturbi, è stata diagnosticata una «tetraparesi ipertonico distonico e ritardo psicomotorio in soggetto con atrofia cerebrale e cerebellare». Il piccolo ha un’invalidità del 100%.

Antonella Terra
«STAVA BENE». Secondo i genitori, assistiti dagli avvocati Berardino e Antonella Terra dell’omonimo studio avezzanese, c’è una correlazione tra le somministrazioni e le lesioni e le infermità, tanto più che prima delle vaccinazioni, come attesterebbero video e certificati medici prodotti dalla famiglia, il piccolo M. «godeva di ottima salute».
LA RELAZIONE. Questo quanto scrtitto dal consulente medico legale, in risposta ai quesiti del magistrato: «Partiamo da un presupposto scientifico basato sul fatto che i benefici delle vaccinazioni superano di gran lunga i rischi e in assenza dei vaccini i danni o i decessi causati dalle malattie prevenibili sarebbero molti di più; i danni gravi o i decessi causati dai vaccini riguardano un caso su moltissimi vaccinati». Agnifili, che cita anche i dati Aifa sulle reazioni avverse ai vaccini, evidenzia: «È ipotizzabile con elevata probabilità che, nel caso di specie, vi furono manifestazioni cliniche, come descritte dallo specialista neuropsichiatra nel maggio 2014, in assenza di altre cause evidenti, nei tempi compatibili con un grave danno neurologico da co-somministrazione di vaccini in seconda dose, nel rispetto del criterio cronologico del nesso di causalità. In assenza di elementi probanti che dimostrino il contrario, è verosimile ipotizzare, con un criterio di elevata probabilità, che la patologia in questione, sia intimamente correlata alle somministrazioni di vaccini del 2 gennaio e del 4 marzo 2014».
PIOMBO E ARSENICO. Il piccolo paziente è stato sottoposto anche all’accertamento del Mineral test il 16 marzo 2017, con prelievo e analisi di alcuni capelli, dove «vengono riscontrate nell’organismo rilevanti eccessi di metalli pesanti contenuti proprio dalle vaccinazioni di cui sopra che hanno determinato le invalidità psico-fisiche del minore e infatti nella stessa si legge: dall’esame effettuato si evidenzia eccesso di piombo, alluminio, arsenico, antimonio, argento, titanio, uranio e palladio».

  Berardino Terra
PARLANO GLI AVVOCATI. «Le difese del ministero non sono risultate convincenti e persuasive per il tribunale», evidenziano gli avvocati Terra, «il ministero fa riferimento all’autismo, ma nel caso che ci occupa il bambino non è autistico ma affetto da atrofia cerebrale e cerebellare con sindrome ipotonico distonico. A ciò poi si aggiunga come nessuno dei consulenti medici del ministero abbia mai partecipato alle operazioni peritali e alla visita del bambino, né mai abbiano visionato la documentazione medica ed i video prodotti in giudizio».
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