Blitz contro il clan dei casalesi

Rocca di Mezzo, l'Antimafia sequestra due abitazioni

L'AQUILA. L'area aquilana sempre più nella morsa dei casalesi. Al punto che ieri l'Antimafia di Napoli ha sequestratto due abitazioni a Rocca di Mezzo intestate a Michele De Angelis, figlio del referente dei Casalesi nel basso Lazio.

L'operazione «Verde bottiglia», prende il nome dal colore di una Jaguar regalata da Gennaro De Angelis, fondatore del gruppo criminale, al boss dei Casalesi Francesco Schiavone, detto «Sandokan». Si tratta di un grosso risultato tanto che il ministro della Giustizia Angelino
Alfano
l'ha definita «il più ingente sequestro di beni accumulati fuori della Campania».

L'onorevole Daniele Toto, ha commentato la notizia del maxisequestro. «Desidero esprimere» ha detto «il mio plauso a magistrati e inquirenti. L'apprezzamento non è solo un atto dovuto ma uno stimolo e un sostegno». Apprezzamenti per l'operazione anche dal Coisp dell'Aquila. Al gruppo del «boss imprenditore» De Angelis sono state sottratte nel basso Lazio 17 società, 2 ditte individuali, 31 fabbricati, 14 terreni, 16 auto e 118 rapporti finanziari individuati a Cassino, Aquino, Frosinone, Formia, Gaeta, Roma e, appunto Rocca di Mezzo, per circa 100 milioni. I componenti della gang Gennaro De Angelis, 67enne, Aladino Saidi, 33 anni, e Antonio Di Gabriele 67enne, sono in attesa di giudizio. Il provvedimento della Dia, adottato dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Frosinone su richiesta del direttore della Dia, Antonio Girone e del pm presso la Procura di Frosinone- dispone per loro la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni.

Dalle indagini è emerso il ruolo di alto profilo svolto da Gennaro De Angelis, dal 1970 punto di riferimento dei «Casalesi», prima con il capo Antonio Bardellino e, dopo la scissione, con Francesco Schiavone, del quale é parente. Il gruppo si occupava di estorsioni, truffe, riciclaggio, ricettazione e, soprattutto, importazione da altri Paesi dell'Unione Europea di autovetture, evadendo l'Iva. Tra gli altri compiti procacciava e forniva armi in particolare durante la guerra intestina tra i Casalesi di «Sandokan» e i «bardelliniani». De Angelis indicava al clan gli obiettivi economici del Sud Pontino su cui focalizzare le richieste estorsive e grazie alla sue capacità imprenditoriali e di intermediazione bancaria, investiva i capitali illecitamente accumulati sia in Italia che all'estero.

Nell'Aquilano, dunque, la magistratura ha sequestrato due appartamenti di un unico fabbricato realizzato alcuni anni fa in via Cucchiarelle, un'area periferica dove ci sono altri insediamenti.
Sorpreso il sindaco del paese, Emilio Nusca. «In passato» dice «ci sono state delle altre operazioni antimafia in queste zone ma di certo non pensavo che ci fossero certe presenze. Vuol dire che in futuro saremo più attenti ma è certo che non possiamo controllare tutto quello che avviene da queste parti».

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