Cam, tagli alle spese E il bilancio 2013 chiude col segno più
AVEZZANO. Il Cam sulla via del risanamento. Il debito accumulato (62 milioni) non può sparire come d’incanto. Ma si sono create le condizioni perché l’azienda risalga la china e onori gli impegni. I...
AVEZZANO. Il Cam sulla via del risanamento. Il debito accumulato (62 milioni) non può sparire come d’incanto. Ma si sono create le condizioni perché l’azienda risalga la china e onori gli impegni.
I dati del bilancio 2013, ancora ufficiosi, che il consiglio di gestione presenterà a giorni all’assemblea degli azionisti (32 Comuni) parlano da soli. Nel 2012 l’azienda ha registrato una perdita di esercizio di 8 milioni e mezzo. Nel 2013 invece chiuderà addirittura in attivo. Segno di una gestione oculata. Che non ci sarebbe stata, se gli azionisti, a un certo punto, non si fossero resi conto che la società stava per fallire. Fallendo, i creditori si sarebbero rifatti sui soci, cioè sui Comuni. E i sindaci avrebbero dovuto ammettere, di fronte ai cittadini, di non avere esercitato sulla gestione del Cam i dovuti controlli. Dunque, bisognava voltare pagina. Così da gennaio 2013, il vecchio consiglio di amministrazione è stato sostituito dal consiglio di gestione e da quello di sorveglianza (sistema duale).
Il primo presieduto fino a maggio da Lorenzo De Cesare e successivamente da Andrea Ziruolo. Il secondo da Antonino Lusi, sindaco di Capistrello. I contasti però tra i due organismi e la bocciatura da parte del tribunale dell'istanza di ammissione del Cam al concordato preventivo, avanzata dall’amministratore delegato, Luca Ciarlini, ha frenato l’azione di risanamento. Da qui la decisione dei soci di azzerare i due consigli. E, in attesa di passare all’amministratore unico, l’assemblea gli azionisti ha eletto il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, alla presidenza del Cds, e mandato a casa Ciarlini, risparmiando così 130mila euro l’anno.
Del Cdg, all’infuori del presidente, professor Ziruolo, gli altri due componenti, l'ingegnere Giuseppe Venturini, che ha assunto la carica di amministratore delegato, e la dottoressa Lucia Falcitelli, sono dipendenti Cam. Avvalendosi della collaborazione di un altro dirigente di settore, Leo Corsini, il nuovo consiglio si è rimboccato le maniche per salvare l'azienda dal disastro. Ha azzerato consulenze e incarichi esterni, risparmiando oltre un milione. Ha chiuso il contenzioso con 115 su 227 creditori, 57 dei quali sono stati già liquidati, e avviato un piano di rientro del debito con banche e fornitori di energia. Ha riorganizzato il personale e instaurato un rapporto meno conflittuale con l’Ato e la Regione, facilitando l’accesso ai fondi comunitari (7 milioni) da investire nella depurazione e nell'ammodernamento delle reti. Per abbattere il debito, si è mosso per recuperare i crediti, oltre 30 milioni, e le tariffe (2009-2011). E far pagare l’acqua agli utenti (35-40%) che non la pagano.
Insomma, in fondo al tunnel si intravede già la luce.
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