Omicidio nel Fucino, scontro sulla dinamica: «C’era tempo per evitare la tragedia»

Dubbi sull’investimento mortale, il legale della difesa dopo la scarcerazione di Mahrani: «Essahli poteva sterzare o frenare»
AVEZZANO. «L’investimento poteva essere evitato». Per il difensore della famiglia di Hamid Essahli, il 36enne marocchino investito e ucciso da un trattore all’alba di lunedì durante la raccolta degli ortaggi, nel Fucino, la versione fornita dall’indagato al giudice per le indagini preliminari non regge. L’uomo è stato scarcerato dopo l’interrogatorio per l’udienza di convalida fissato nella mattinata di venerdì. Hamza Mahrani, 29enne connazionale in Italia da dodici anni, si trova ora ai domiciliari nella abitazione coniugale, assieme alla moglie. «Ci sarebbe stato un il tempo di reazione psicotecnico per deviare il mezzo agricolo. Chi era alla guida avrebbe avuto a disposizione una manovra di emergenza per evitare l’impatto», ribadisce l’avvocato Berardino Terra.
CONSULENTI «Non crediamo alla tesi secondo cui il bracciante sia sbucato dal casolare all’improvviso». Il legale Terra stronca l’intera ricostruzione operata dall’unico indagato. «Non ci risulta che Hamid Essahli sia sbucato all’improvviso e non sembrerebbe che, chi era alla guida del trattore, abbia cercato di impedire l’investimento. I nostri consulenti tecnici già si stanno adoperando per sostenere questa tesi che, verosimilmente, sarà accertata nel corso delle indagini». E ancora, «a prescindere dall’elemento psicologico della fattispecie di reato, riteniamo che, sulla base di quanto è già emerso, la tragedia potesse assolutamente essere scongiurata. Anche in ragione del tempo di reazione psicotecnico (lasso di tempo che intercorre tra la percezione del pericolo e l'inizio di un'azione come la frenata o la sterzata; in genere questo intervallo può variare tra 0.75 e 1.5 secondi) che il responsabile avrebbe avuto a disposizione per compiere una manovra di deviazione, al fine di non investire la vittima. E soprattutto di non sormontarla col trattore».
RISCONTRI Una prima relazione fornita dal medico legale incaricato dell’autopsia, Cristian D’Ovidio, alla Procura di Avezzano, stabilisce che la morte di Hamid Essahli è stata causata da insufficienza respiratoria e cardiocircolatoria legata al trauma. «La lesività evinta in sede emitoracica posteriore destra può ritenersi compatibile con impatto con parte del mezzo investitore», è scritto agli atti. D’Ovidio accerta quindi un trauma da schiacciamento, secondario all’impatto. A dimostrazione che il mezzo agricolo avrebbe sormontato la vittima dopo l’investimento.
RICOSTRUZIONE Dall’ordinanza di convalida dell’arresto, con scarcerazione dell’uomo e l’applicazione della misura dei domiciliari, emerge un quadro completo del materiale investigativo a disposizione della polizia giudiziaria al momento del fermo di Hamza Mahrani, poche ore dopo la tragedia. Rivelato dalle testimonianze raccolte tra i braccianti presenti. Tutto è cominciato da una lite «occorsa per ragioni di carattere lavorativo con l'indagato che conduceva il mezzo agricolo, sedata dall'intervento degli operai presenti», si legge. «Il prevenuto si allontanava con il trattore, cercando di raggiungere la strada statale in direzione del Comune di Trasacco, per ricoverare il mezzo agricolo presso il deposito della ditta Chiaravalle. Mentre il mezzo si stava dirigendo verso la statale, Essahli Hamid correva lungo la via che collegava il terreno a Strada 32 del Fucino, riuscendo a intercettare li trattore condotto dal Mahrani, il quale procedeva lentamente verso di lui. Si poneva dinanzi al mezzo, brandendo una tavola di legno ed intimando all’indagato di scendere dal mezzo, urlando al suo indirizzo la frase «fermati e scendi dal trattore». Mahrani, tuttavia, accelerava l’andatura del mezzo, investendolo».
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