Cane nella scatola, l’altra verità

14 Agosto 2015

Cittadino racconta la sua versione dei fatti: «Un incredibile scaricabarile»

L’AQUILA. «Non ho abbandonato nessun cane». La vicenda dell’animale lasciato nella scatola di biscotti, denunciata dalla Lega del cane, si tinge di giallo. Ecco il racconto dell’uomo che ha trovato il cane.

«Il 10 agosto alle 16 dal balcone di casa si sentiva il lamento di un cagnolino provenire dalla parte iniziale della montagna che si trova alle spalle del mio condominio. Sono andato sotto la pioggia e ho trovato il cagnolino impaurito, bagnato, infreddolito che si era forse smarrito e nel frattempo incastrato nei rovi. Ho provveduto a recuperarlo, l’ho portato a casa dove è stato lavato, privato di alcune pulci, asciugato, rifocillato col latte e avvolto in una t-shirt di mio figlio e poi riposto all’interno di una scatola di biscotti. Non avendo possibilità di tenerlo a casa per molte ragioni ho iniziato a contattare le varie istituzioni: alle 17 chiamo la Lega Difesa del Cane. Dal colloquio emergeva il fatto che dovevo inviare della documentazione via mail e dopo un paio di giorni l’Asl avrebbe recuperato il cagnolino: per me una cosa impossibile. Chiedevo qualche alternativa e mi veniva consigliato il 118 per parlare con un veterinario reperibile. L’operatore mi ha riferito che nessun veterinario era reperibile e consigliato di chiamare il centralino. Anche lì, dopo aver illustrato problematica mi viene passato l’ufficio competente. Chi mi ha risposto mi informava che non avevano la possibilità di accettare animali da privati senza autorizzazione. Lo informavo della mia impossibilità di trattenere il cane e chiedevo una struttura che potesse accogliere il cucciolo per poi adempiere alle varie dichiarazioni. Mi veniva indicato il rifugio in zona Paganica. Verso le 18, non di notte, sono andato al rifugio dove ho subito notato la presenza di telecamere, anche perché ampiamente segnalato. Ho suonato più volte senza nessuna risposta e a quel punto ho pensato di riporre, e non scaraventare o lanciare, la scatola all’interno del recinto, onde evitare che il cucciolo potesse fuggire nuovamente. Dopo tutto ciò mi trovo additato da tutti come un essere immondo: le varie istituzioni contattate, dopo aver illustrato la mia problematica nel trattenere il cucciolo in casa, mi hanno solo rimbalzato da una parte all’altra. Mi domando: ma una persona che volesse abbandonare un cane contatta prima tutte le varie istituzioni? Ho cercato solo d’agire nel comune senso civico, ma dopo questa terribile esperienza credo che non ci sarà mai una prossima volta».