Casa abusiva da sanare Dieci mesi a Fabrizi

11 Dicembre 2014

Il dirigente comunale condannato per l’abitazione della madre di Di Gregorio Il giudice manda a processo altri 4 imputati tra tecnici e committenti dei lavori

L’AQUILA. Condanna a dieci mesi per il dirigente del dipartimento ricostruzione del Comune dell’Aquila Vittorio Fabrizi e rinvio a giudizio, con il processo fissato per il 27 maggio 2015, per il dirigente Mario Di Gregorio, sua madre Bruna Mastrantonio, il tecnici comunale Fabrizio De Carolis e per il progettista Giovambattista Masucci. Fabio Vallese è stato prosciolto con una sentenza di non luogo a procedere.

La vicenda nella quale sono rimasti coinvolti è quella scaturita da un’inchiesta sulla ristrutturazione dell’abitazione di Valle Pretara di proprietà della madre del dirigente comunale Di Gregorio. Un secondo filone d’indagine che riguarda la concessione di un permesso in sanatoria e l’applicazione della fiscalizzazione dell’illecito edilizio. Per l’accusa, sostenuta dal pm Simonetta Ciccarelli, gli imputati agendo in concorso tra loro in violazione di una norma edilizia, avrebbero procurato alla signora Mastrantonio e a Di Gregorio «un ingiusto vantaggio patrimoniale conseguente alla mancata demolizione della parte dell’immobile realizzato in difformità dalla Dia 3976/2009».

I reati ipotizzati sono, a vario titolo, l’abuso d’ufficio e il falso ideologico. Fabrizi, assistito dall’avvocato Amedeo Ciuffetelli, è stato condannato con rito abbreviato a 10 mesi. Secondo l’accusa, il dirigente comunale avrebbe attestato falsamente – sulla scorta delle relazioni tecniche redatte da De Carolis – la conformità agli strumenti urbanistici vigenti del suddetto immobile e consentito illegittimamente l’applicazione della sanatoria fiscale. Il legale di Fabrizi ha già annunciato che ricorrerà in appello. Per gli altri cinque, invece, il gup ha fissato il processo per il 27 maggio prossimo. Di Gregorio, secondo quanto sostenuto dal pm, avrebbe chiesto e sollecitato il provvedimento, poi rilasciato, indirizzandone i contenuti sia in fase istruttoria che finale. Masucci avrebbe invece redatto un’apposita relazione tecnica attestante falsamente la ravvisabilità dell’ipotesi di cui all’articolo 34 del testo unico dell’edilizia. De Carolis, sempre secondo il pm, avrebbe redatto due relazioni carenti della valutazione dell’ammissibilità urbanistica circa la sopraelevazione dell’immobile e omesso di segnalare la non conformità degli strumenti urbanistici, valutando l’intervento come ristrutturazione edilizia. Al rinvio a giudizio ha contribuito anche l’esito di una perizia, disposta in sede di incidente probatorio, fortemente contestato dagli avvocati della difesa.

L’indagine bis è scaturita dall’inchiesta principale sulla variazione nella classificazione dei danni causati dal terremoto all’abitazione, in via degli Appennini, di proprietà della Mastrantonio. Nel corso del procedimento penale gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Angelo Colagrande, Stefano Rossi, Fabio Alessandroni e Francesco Camerini.

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