Caso Verdini, Piccone (Pdl): "Pura fantasia"Il sindaco Cialente: "Fiducia nei magistrati"

L'Aquila, la procura nazionale antimafia indaga sugli appalti della ricostruzione e tira in ballo il coordinatore nazionale Pdl: avrebbe raccomandato l'impresa toscana Btp a Gianni Chiodi, presidente della Regione e commissario alla ricostruzione

L'AQUILA. "Qui si misura la serietà di un'intera classe dirigente, locale e nazionale. Piena fiducia nell'operato della magistratura". Sostegno all'iniziativa dei magistrati della procura nazionale antimafia, che indagano sugli appalti della ricostruzione dell'Aquila tirando in ballo il coordinatore nazionale Pdl Denis Verdini, arriva dal sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. Di parere opposto il coordinatore regionale del Pdl, il senatore Filippo Piccone. "Siamo alla fantasia pura, ma devo documentarmi su questa vicenda".

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Dopo le frasi-choc di Berlusconi sui familiari delle vittime del terremoto come potenziali sparatori contro la protezione civile, una nuova bufera giudiziaria investe il capoluogo abruzzese. Cialente riprende: "Tutti sappiamo che sull'Aquila c'è la massima attenzione da parte dei magistrati. La vicenda è delicatissima. Bisogna fare le cose secondo scienza e coscienza come vale per noi medici. Dobbiamo essere in grado di non sbagliare nulla, anche con l'aiuto della magistratura".

Il legame tra Verdini e l'impresa toscana Btp, confluita nel consorzio Federico II insieme alle ditte aquilane "Fratelli Ettore e Carlo Barattelli srl", "Vittorini Emidio costruzioni srl" e "Marinelli ed Equizi srl", era spuntato dalle intercettazioni telefoniche.

Emblematica quella del 17 giugno 2009 quando Verdini (Pdl) chiama l'imprenditore Fusi, indagato per corruzione nell'inchiesta fiorentina sulla cricca degli appalti. Verdini, poi, gli passa il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi. Memorabile la confusione di Verdini sul nome. "Come si chiama il vostro consorzio...scusami...Vittorio Emanuele II?". E poi: "Come si chiama l'imprenditore di lì?". Quindi Chiodi gli detta il numero del cellulare. E Verdini chiosa: "Va' a trovarlo...ti spiega un po' tutto...lui è un amico...".

Lo stesso Verdini ha ammesso, davanti ai pm toscani, di aver raccomandato il presidente dell'impresa "perché avesse appalti in Abruzzo". Che la cricca fosse sbarcata all'Aquila grazie al cavallo di Troia del consorzio Federico II era emerso da un'inchiesta del Centro dello scorso febbraio dove spunta fuori l'appalto pubblico vinto (per 7,3 milioni di euro) dal consorzio toscano-aquilano per realizzare la sede provvisoria della scuola media Carducci.

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