CORONAVIRUS

Chiusa la campagna di vaccinazione a tappeto nei 10 borghi della montagna aquilana

Oltre 660 cittadini protetti grazie ai team mobili dell'esercito, dei carabinieri e degli alpini

L'AQUILA. Si è chiusa in meno di una settimana la campagna di vaccinazioni ‘a tappeto’ condotta dai quattro team mobili dell’esercito, con il coordinamento dei carabinieri e il supporto logistico del IX reggimento alpini, nei primi dieci borghi situati nell’area aquilana del Gran Sasso. Sono stati oltre 660 i cittadini a cui è stato somministrato il vaccino - di cui 620 monodose - che si aggiungono a quelli compresi in altre fasce di popolazione e già sottoposti a inoculazioni nelle scorse settimane.
I comuni interessati dall’iniziativa sono stati Calascio, Caporciano, Collepietro, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte, Ofena, San Benedetto in Perillis, Santo Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia.

I dettagli delle operazioni sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede municipale dell’Aquila di Palazzo Fibbioni, alla presenza del sindaco del capoluogo d’Abruzzo e presidente del Comitato ristretto dei sindaci, Pierluigi Biondi, del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, del colonnello Nazareno Santanonio, comandante provinciale dei Carabinieri, del colonnello Salvatore Falvo, direttore sanitario Carabinieri Abruzzo Molise Ucr per il Coi Difesa, del colonnello Marco Iovinelli, comandante CME Abruzzo e Molise, e di Domenico Pompei, direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila. Presenti, oltre a sindaci e amministratori dei comuni interessati, anche l’assessore regionale alle Aree interne della Regione Abruzzo, Guido Liris, il direttore generale della Asl, Roberto Testa, il direttore sanitario Alfonso Mascitelli, e il commissario della Comunità montana ‘Montagna di L’Aquila’ e sindaco di Navelli, Paolo Federico.

Ad aprile il primo cittadino dell’Aquila Biondi, in qualità di presidente del Comitato ristretto dei sindaci della provincia aquilana (su espressa richiesta dei sindaci dell’organismo), aveva richiesto al Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, generale Francesco Figliuolo,  e al Capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, di promuovere l’attività di somministrazione massiva nei piccoli comuni dell’entroterra abruzzese, distanti dai centri vaccinali presenti nelle città più grandi, per accelerare il processo di immunizzazione dei residenti.

“Con questo programma sperimentale, che per ora ha interessato i Comuni con popolazione inferiore a 500 abitanti ma che sarà esteso anche ai centri che superano la soglia, le Istituzioni dello Stato hanno dimostrato di saper interpretare le esigenze dei cittadini e garantire un diritto inalienabile, quale quello alla salute, a tutti, anche a coloro che vivono in aree marginali del Paese. Rendere il Gran Sasso ‘covid free’ avrà, inoltre, anche una ricaduta sui territori in chiave turistica ed economica. Il mio ringraziamento va alla Regione, alla Asl, all’Esercito, ai Carabinieri e agli Alpini del IX che hanno lavorato incessantemente per raggiungere questo importante obiettivo” ha dichiarato il sindaco Biondi.

"Mentre l'Abruzzo si appresta ad entrare in fascia bianca, questa iniziativa di vaccinazione che ha interessato i piccoli centri della montagna abruzzese rappresenta un valore aggiunto, sia per la salvaguardia della salute pubblica sia per rendere i territori ancora più attrattivi in vista della prossima stagione estiva" ha dichiarato il presidente Marsilio.