Ciccozzi: Grandi Rischi, ci fu inganno

Presentato il libro dell’antropologo consulente della Procura nel processo contro la commissione

L’AQUILA. «Inganno». Questa è la parola chiave per capire il senso della riunione della commissione Grandi Rischi, «condannata non per non aver dato l’allarme, bensì per averci rassicurato in modo spaventoso». Il commento, durissimo, al ruolo avuto dalla riunione degli scienziati chiamati, il 31 marzo del 2009, a dare risposte sullo sciame sismico in atto nell’Aquilano da diversi mesi, arriva dall’antropologo aquilano Antonello Ciccozzi. Il ricercatore è autore di una consulenza antropologica chiesta dal sostituto procuratore della Repubblica dell’Aquila Fabio Picuti per cercare di capire se ci sia stato un nesso tra il risultato di quella riunione e la condotta «imprudente» degli aquilani la notte tragica del 6 aprile 2009. Ieri a Casematte è stato presentato il libro in cui Ciccozzi raccoglie per intero il suo lavoro. S’intitola «Parola di scienza». Un testo che apre anche una riflessione sul ruolo della scienza oggi, (definita la moderna religione) e sulle responsabilità della politica locale nel disastro di quattro anni fa. Oltre a Ciccozzi c’erano anche la docente universitaria Laura Tarantino e la referente del comitato familiari delle vittime della Casa dello studente Antonietta Centofanti. Per Ciccozzi «il giudice Billi ha segnato un passo verso qualcosa che si può definire verità», sottolineando, poi, che «il processo che ha portato alla condanna degli scienziati non ha a che vedere con la ricerca di un capro espiatorio. Infatti, ora si devono accertare le responsabilità della politica locale». Dura anche la posizione della Centofanti, per la quale «dall’Aquila è uscita una sentenza scomoda che ci dà uno spiraglio di speranza. Dopo aver perso dei figli, o ci si abbatte o si combatte. Noi ci siamo chiesti: perché è successo tutto questo? Cosa possiamo fare affinché non accada mai più?». La Tarantino ha ribadito che «il dibattito scientifico è avvenuto ma non ci è stato mostrato. Ci è stato mostrato il dibattito tra non scienziati e ci è stato spacciato per dibattito scientifico. Ci siamo fidati e sappiamo quello che è successo».

Marianna Gianforte

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