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Civitella Roveto, attentato incendiario al negozio di fiori

Nel mirino le onoranze funebri dell’imprenditore ciociaro Paolucci. Caccia a una Mercedes sospetta vista aggirarsi in zona

CIVITELLA ROVETO. Il pizzo sbarca nella Marsica? A giudicare dalle prime informazioni sull’attentato incendiario avvenuto l’altra notte a Civitella Roveto, ai danni di un negozio di onoranze funebri, sembrerebbe che il racket della “protezione ad ogni costo”, abbia fatto capolino, per il momento, nella Valle Roveto. Il negozio di Benedetto Paolucci – originario di Broccostella, ma residente ad Arpino, in provincia di Frosinone – che sorge proprio di fronte al cimitero di Civitella, in via Roma, era stato inaugurato solo dieci giorni fa. Nel corso della notte, ignoti, hanno cosparso di benzina la saracinesca del negozio e poi hanno appiccato il fuoco. Danneggiate la serranda e la porta di ingresso interna i cui vetri, per il calore, sono andati in frantumi. Ad accorgersi dell'attentato lo stesso proprietario che ieri mattina, verso le 7,30, appena ha svoltato l'angolo della strada , che dà sul piazzale, ha visto la serranda completamente annerita. Il tempo di rendersi conto dell’accaduto e subito ha allertato i carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, al comando del capitano Edoardo Commandè, che hanno eseguito tutti i rilievi necessari alle indagini. Sono stati prelevati anche i filmati delle telecamere di sicurezza del piazzale del cimitero, ma anche dell’ingresso del paese e dell’uscita della Superstrada del Liri.

Qualche sospetto c’è: si tratta di una Mercedes che l’altro giorno ha fatto qualche passaggio dinanzi al negozio. Con fare sospetto il conducente ha rallentato e guardato attentamente verso il negozio. Un altro elemento su cui, probabilmente, i carabinieri punteranno la loro attenzione è la telefonata giunta a un collega di Paolucci, un fioraio di Sora, al quale un anonimo aveva chiesto informazioni sul suo negozio all’indomani dell’inaugurazione. Era stato lo stesso fioraio di Sora ad avvertirlo: «Guarda che ho ricevuto una telefonata di una persona anonima che mi ha chiesto informazioni sul tuo negozio. Ha voluto sapere il tipo di attività».

Ieri, Paolucci non si è perso di coraggio: ha tenuto aperto il negozio e ha cominciato a ridipingere le pareti annerite dal fumo dell’incendio.

«Io non mi arrendo», dice. «Ho cominciato questa battaglia e la porterò avanti fino alla fine. Non mi intimidiranno con questi sistemi». I carabinieri indagano a tutto campo. Le ipotesi su cui saranno indirizzate le indagini, probabilmente, sono diverse, compresa quella della possibilità che si sia trattato di un avvertimento per sollecitare il titolare del negozio ad accettare una sorta di “protezione” a pagamento, il cosiddetto “pizzo”.

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