Commercio in prima fila per il rilancio 

Dibattito all’Aquilone con gli amministratori. Di Ferdinando (Conad): «Priorità puntare sul lavoro»

L’AQUILA. «Per far tornare la vita nel centro storico serve un’attenta pianificazione commerciale». Lo ha detto Antonio Di Ferdinando, direttore generale di Conad Adriatico, ospite al Tour Village organizzato da Rete8 in collaborazione con il Centro e ospitato nel centro commerciale L’Aquilone.
«Se c’è una pianificazione della distribuzione alimentare noi siamo pronti a sostenere i nostri soci, vecchi e nuovi. Siamo noi di Conad che li aiutiamo perché questa è la missione dell’azienda e perché Conad non è “grande distribuzione”, noi siamo un consorzio di operatori di ogni dimensione». La pianificazione commerciale è però necessaria, secondo Di Ferdinando, «perché nella distribuzione alimentare i margini sono esigui, intorno all’1%, e senza un’attenta pianificazione quartiere per quartiere si rischia di avere attività che aprono e poi richiudono dopo pochi anni».
Il Tour Village ha portato in città il talk show condotto dal direttore di Rete8 Carmine Perantuono, al quale erano presenti, con Di Ferdinando, Alessandro Piccinini, assessore comunale al Commercio appena nominato, Stefano Palumbo, capogruppo in consiglio comunale del Partito Democratico e, tra il pubblico, un nutrito numero di operatori commerciali associati a Conad.
La rinascita dell’Aquila e del suo centro storico è stata al centro del dibattito, e il direttore di Rete8 ha posto l'accento sulle strategie per riportare la vita in centro «perché osservo che all’Aquila anche il turismo sta cambiando», ha detto Perantuono. «Si sta passando dal turismo delle macerie a quello della ricostruzione».
«È ora di superare il ricordo del terremoto», ha detto Di Ferdinando. «La nostra azienda ha fatto molto in quei giorni. Ricordo la telefonata che mi confermava che il terremoto aveva distrutto L’Aquila, ricordo la mattina quando abbiamo riaperto ed eravamo in pochi, perché tutti i nostri associati avevano subìto il terremoto. Abbiamo aiutato la gente che non aveva più nulla. Per mesi abbiamo retto nonostante le difficoltà e nei nostri bilanci quel periodo è contrassegnato dal segno rosso. Lo abbiamo fatto e siamo pronti a rifarlo. Ma adesso bisogna pensare al futuro. Nella mia esperienza nel terremoto dell’Umbria, la necessità è quella di riportare lavoro. Il lavoro genera consumi, e i consumi permettono alle aziende di reggere. I centri storici devono essere accessibili, ci vogliono parcheggi, residenti, uffici. L’esperienza dimostra come nelle città in cui la distribuzione alimentare viene spostata in periferia, il centro storico finisce per perdere residenti». (r.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.