Compro oro, irregolari sei su otto

Omissioni nella tenuta dei registri: scattano multe e denunce
SULMONA. La pesante crisi economica che attanaglia il territorio ha reso insostenibile la situazione di centinaia di famiglie che sempre più spesso sono costrette a rivolgersi alla Caritas per avere un pasto caldo. Ma anche operatori commerciali e negozianti non stanno meglio. Se le famiglie non riescono più ad arrivare al 20 del mese, i negozianti sono costretti sempre più spesso a rivolgersi a canali di finanziamento non «ufficiali» per ottenere prestiti o dilazioni nei pagamenti delle scadenze. E mentre le saracinesche dei negozi continuano ad abbassarsi, (ora anche nel centro della città), vanno in controtendenza le catene e i punti vendita dei «Compro oro» che si moltiplicano a vista d’occhio. Un fenomeno che è finito necessariamente sotto osservazione degli uomini del commissariato di via Sallustio, impegnati a monitorare le situazioni critiche del tessuto sociale cittadino. Quelle situazioni che viaggiano sul filo del rasoio e della legalità. Nei giorni scorsi squadre di poliziotti della sezione amministrativa e sociale hanno fatto visita in otto negozi “Compro oro” dislocati in città, nella Valle Peligna e nell’Alto Sangro. In sei casi i titolari sono stati trovati non in regola e sanzionati per un totale di circa 2 mila euro. In particolare i poliziotti hanno contestato la violazione dell’articolo 128 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, per omissioni nella tenuta dei registri contabili previsti dalla legge. In due casi i titolari della licenza commerciale sono stati anche denunciati all’autorità giudiziaria per la violazione dell’articolo 8 dello stesso Testo unico: la polizia ha accertato che ad esercitare l’attività del punto vendita c’era una persona diversa da quella autorizzata. I controlli proseguiranno anche nelle prossime settimane. Nel frattempo gli agenti della squadra anticrimine del commissariato hanno denunciato per truffa una donna. Si tratta di una 40enne D.R.R. di Montesilvano, che si trovava in regime di sorveglianza speciale, la quale avrebbe acquistato una Audi A3 da un cameriere sulmonese, pagando con un assegno risultato non esigibile. Dalle indagini svolte sarebbe emerso che subito dopo l’acquisto l’auto sarebbe stata smontata e venduta all’estero.
©RIPRODUZIONE RISERVATA